Il Trumpocene
Eccoci nel secondo Trump, dove le teorie del complotto sono la nuova verità, la dittatura è la nuova democrazia e la vendetta è la nuova giustizia.
Benvenute e benvenuti alla puntata #87 di COMPLOTTI!, la newsletter che ti porta dentro la tana del Bianconiglio.
Che dire? Immagino che sappiate già di cosa parlerò oggi. Mi sono preso un giorno in più rispetto al solito perché questa settimana è stata piuttosto intensa. Di elezioni statunitensi, infatti, ne ho già scritto su Valigia Blu, Facta e Iconografie.
Prima di partire ricordo sempre che è uscito il mio ultimo saggio Le prime gocce della tempesta. Si può acquistare nelle librerie (quelle indipendenti sono sempre da preferire) e nei negozi online. Sul mio profilo Instagram trovate una rassegna stampa aggiornata e le date delle presentazioni, che aggiorno man mano.
Il trionfo dell’Alt-America
Ebbene sì; è successo.
Quello che in molti ritenevano che fosse improbabile, implausibile e impossibile è successo. Di nuovo.
Donald Trump ha vinto praticamente tutto: il collegio elettorale; il voto popolare; gli stati in bilico (tutti); il senato.
Ha conquistato il voto dei bro, ossia quello dei maschi giovani (e non soltanto bianchi). Ha fatto breccia tra fasce demografiche in cui ha sempre faticato. Ha aumentato i suoi consensi pressoché ovunque. Ha un mandato popolare ampio e inequivocabile, che gli ha messo mano tutte – ma proprio tutte – le leve del potere.
Il 5 novembre del 2024, insomma, il mondo intero è ufficialmente entrato in quello che il giornalista Jeff Sharlet chiama Trumpocene.
È un periodo storico in cui la realtà percepita dagli statunitensi (e anche da noi europei) è in gran parte modellata dallo stesso Trump e dall’immenso apparato social-mediatico che lo sostiene.
Siamo ben oltre la post-verità, una delle parole più utilizzate per descrivere il ciclo elettorale del 2016; ora è proprio il concetto stesso di verità a essere stato sostituito da qualcos’altro.
La vittoria di Trump è anche il trionfo definitivo dell’America alternativa di cui parlava David Neiwert in un libro del 2017 incredibilmente profetico. La cosiddetta “Alt-America”, scriveva il giornalista esperto di estrema destra,
è un universo alternativo che assomiglia moltissimo al nostro, se non fosse che si tratta di un’America completamente diversa, una nazione inventata e plasmata dall’immaginazione dei suoi cittadini. […] La loro percezione di quell’universo li pone in un mondo del tutto diverso, un mondo difficilmente riconoscibile da chi vive al di fuori di esso.
L’ultima campagna elettorale è stata completamente dominata dalle teorie del complotto, persino più del 2016 e del 2020.
La fantasia razzista dei migranti haitiani che mangiano gli animali domestici è stata soltanto la punta dell’iceberg. L’ecosistema mediatico conservatore – che ormai è più grande e rilevante degli odiati media tradizionali – ha raccontato un paese allo stremo, economicamente allo sbando, invaso da orde di criminali, terroristi e pazienti scappati dai manicomi di mezzo mondo, dove i bambini vengono rapiti in aula e tornano a casa con un altro sesso.
Post dopo post, video dopo video e comizio dopo comizio, la destra trumpiana ha convinto milioni di persone che gli Stati Uniti sarebbero inevitabilmente diventati una dittatura comunista guidata da un uomo libico di nome Kamal Aroush, che tuttavia si spacciava per una donna chiamata “Kamala Harris”.
Nulla di tutto ciò era vero; e il punto sta proprio qui.
Come scriveva Neiwert, nell’Alt-America “le supposizioni prendono il posto dei fatti e le teorie cospirative diventano verità concrete”.
Il doppio Trump
La stessa figura di Trump ha subito una sorta di sdoppiamento: da una parte c’è un Trump immaginario e immaginifico; dall’altro c’è il Trump in carne e ossa.
Questo processo è iniziato già anni fa con l’ascesa di QAnon, che serviva proprio a ridurre “la dissonanza cognitiva causata dal divario fra Trump come lo immagino i suoi fedeli seguaci e Trump com’è nella realtà”.
Per loro, il leader repubblicano è un patriota ingiustamente perseguitato dalla giustizia, un sincero democratico che ha a cuore le sorti di una nazione in declino, un padre di famiglia amorevole, un imprenditore di successo che non potrà mai essere corrotto e un “vascello di Dio” scelto dall’alto per salvare l’America.
Ecco: sappiamo fin troppo bene che è l’esatto opposto.
Trump è un bancarottiere; un molestatore seriale; uno stupratore legalmente riconosciuto come tale; un grande amico del miliardario pedofilo Jeffrey Epstein; uno che ha incitato la folla ad assaltare il Parlamento; un bugiardo patologico; un condannato che userà la presidenza per farla franca; uno che ammira dittatori e autocrati perché vorrebbe essere come loro.
Quest’ultimo punto, in particolare, è stato ribadito in tutte le salse diversi ex membri della sua prima amministrazione: Trump è un “fascista” che vuole sbarazzarsi dello stato di diritto.
Del resto, il Trumpocene è caratterizzato anche e soprattutto dal desiderio di smantellare la democrazia liberale – e forse la democrazia tout court – togliendo ogni possibile contrappeso al potere di Trump.
Il mondo conservatore e trumpiano ha stilato una serie di piani per arrivare a questo risultato, il più noto dei quali è il “Progetto 2025”.
Il documento finale di 900 pagine, stilato dal think tank Heritage Foundation e da centinaia di associazioni ultraconservatrici, è praticamente un manuale per far trasformare gli Stati Uniti in Gilead. Tra le varie cose prevede la deportazione di massa dei migranti, il divieto di abortire su tutto il territorio nazionale, la discriminazione istituzionalizzata delle persone LGBTQIA+ e l’occupazione della macchina amministrazione federale.
Kevin Roberts, il presidente della Heritage Foundation e la mente dietro al “Progetto 2025”, sta per pubblicare un libro in cui auspica un enorme rogo purificatore – non so quanto figurato, a questo punto – delle istituzioni statunitensi, necessario per rimuovere il “marciume” che si annida lì dentro.
E a proposito di realtà alternative: Trump ha più volte rinnegato il piano della Heritage Foundation, dicendo di non saperne nulla – nonostante centinaia di autori avessero ricoperto ruoli di vario tipo nella sua prima amministrazione.
Chiaramente, era una menzogna: gli stessi trumpiani hanno sempre saputo che si trattava di una presa di distanza strumentale. L’ha scritto su X il podcaster e sedicente “fascista teocratico” Matt Walsh: “ora che le elezioni sono finite possiamo tranquillamente dire che il ‘Progetto 2025’ è il nostro programma politico, lol”.
Da MAGA a Dark MAGA
Infine, il Trumpocene è alimentato da sfrenati sentimenti di rivalsa e vendetta.
Trump ha iniziato la sua campagna promettendo agli elettori che sarebbe stato “il vostro guerriero, la vostra giustizia e la vostra vendetta”. E l’ha proseguita minacciando di arrestare i suoi oppositori politici, di perseguitare i “traditori” repubblicani e di schierare l’esercito contro i “nemici interni”.
A circa un mese dal voto la Heritage Foundation ha pubblicato un altro piano, chiamato “Progetto Ester”, per colpire i movimenti di protesta – a partire da quello pro-Palestina.
Con il pretesto della lotta all’antisemitismo, quest’ultimo verrebbe sostanzialmente messo fuorilegge attraverso il ricorso a leggi anti-terrorismo e anti-criminalità organizzata, l’infiltrazione e la sorveglianza di massa, e la messa al bando di manifestazioni e proteste dentro e fuori le università.
Se implementato, questo piano farebbe scattare un’ondata di repressione e paranoia degna del periodo maccartista. E potrebbe tranquillamente essere esteso a chi viene considerato “anti-americano” – cioè anti-trumpiano.
Insomma: nel Trumpocene la giustizia non è cieca o imparziale; ci vede benissimo. E non è regolata da leggi e diritti, ma unicamente dalla vendetta.
Questa logica è la stessa che anima il Dark MAGA – il doppio oscuro e ancora più estremo del movimento MAGA (l’acronimo dello slogan trumpiano “Make America Great Again”).
L’espressione è stata resa popolare da Elon Musk durante le fasi finali della campagna, ma risale all’inizio del 2022. Dark MAGA è infatti una corrente estetica e memetica dell’alt-right che sogna un Trump vendicativo e autoritario, e lo ritrae con gli occhi laser e uno stile fashwave-accelerazionista.
Secondo chi aderisce a questa corrente, Trump sarebbe stato fin troppo buono nel primo mandato. “Se vuoi vincere e non vuoi ripetere gli errori del passato,” aveva spiegato all’epoca un utente su Twitter, “devi essere spietato [con i tuoi avversari]”.
Ora, per l’appunto, quel sogno si è materializzato nella realtà. E le aspettative, come ha ricostruito la giornalista Tess Owen su Wired, sono decisamente alte.
Sul forum estremista Patriots.win, ad esempio, sono circolate immagini (generate con l’IA) dell’ex speaker della Camera Nancy Pelosi con un cappio al collo. Su Truth Social, il social di Trump, un utente ha scritto che “ci aspettiamo tante, tante ma tante esecuzioni” perché “questi traditori sono un cancro terminale che DEV’ESSERE rimosso per rimettere in sesto l’America”.
Steve Bannon, l’ex consulente di Trump uscito di prigione pochi giorni prima del voto, ha detto nel suo podcast War Room che “ci avete rubato le elezioni, avete sbattuto la gente in galere e avete rovinato la vita di tante persone: ora la pagherete cara”.
In un post su X Evan Kilgore, un membro dell’associazione di estrema destra Turning Point USA, ha compilato una lista di priorità di cui dovrebbe occuparsi la seconda amministrazione Trump: “Le donne: di nuovo in cucina; l’aborto: illegale; i gay: nell’armadio; i matrimoni misti: vietati; i clandestini: a casa di corsa; i transessuali: dritti nei manicomi; Gesù: di nuovo nelle nostre scuole”.
“Siamo dannatamente tornati”, ha poi chiosato.
Il messaggio implicito, e nemmeno troppo, è che questa volta non ci saranno resistenze interne. Questa volta non saranno fatti prigionieri. Questa volta si andrà fino in fondo.
E come recita uno slogan qanonista, questa volta nessuno può fermare quello che sta per succedere.
Articoli e cose notevoli che ho visto in giro
Le teorie del complotto repubblicane sui brogli sono magicamente scomparse con la vittoria di Trump, ma in compenso sono spuntate quelle di segno liberal (David Gilbert, Wired)
L’antivaccinista Robert Kennedy Jr. sta già pensando di riempire il Dipartimento della salute – che dovrebbe presiedere, sì – con antivaccinisti e negazionisti del Covid (Kiera Butler, Mother Jones)
Gli effetti del secondo mandato di Trump: decine e decine di persone nere hanno ricevuto un sms che le informava di essere state selezionate per “raccogliere cotone” nella “piantagione più vicina” a dove abitano (Char Adams, Maya Eaglin e Zinhle Essamuah, NBC News)
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Inquietante. Queste parole di Trump e dei suoi adepti avranno seguito? Riuscirà a smantellare i diritti sociali? Oppure saranno solo chiacchiere per fomentare i suoi e nel frattempo continuare a fare i propri affari (e quelli di Musk)?
Ho paura.
Grazie per il tuo lavoro Leonardo 🙏