E se le celebrità e i politici fossero in realtà morti da tempo e sostituiti da cloni e robot? Di questa teoria ne sono convinto molte persone, incluso Donald Trump.
Ridicolizzare o riassumere non fedelmente le tesi che non piacciono è un artificio retorico-polemico già messo a punto dai sofisti 2.500 anni fa. Funziona sempre ma è anche facile scoprirlo. E', di fatto, quanto leggo a proposito della annosa questione di "Paul Is Dead". Ci ho scritto un libro sopra, anni fa - "Codice McCartney", Rizzoli - dimostrando che in realtà la questione va posta in altro modo: McCartney non è mai morto e sostituito da un sosia perfetto ma, più semplicemente, McCartney, nel tempo, si è avvalso di sosia per motivi e in situazioni extra musicali (quindi quello che suona e canta, ormai oggi svociato oltre la decenza, è sempre e solo James Paul McCartney nato il 18 giugno 1942 a Liverpool). L'ipotesi di una presenza di sosia in alcune situazioni pubbliche è sostenuta non da una ma due perizie di esperti forensi (non nerd alle prese con programmini sul web) italiani e tedeschi. Due inchieste indipendenti, svolte in tempi e luoghi diversi, su immagini diverse e per motivi diversi. Ad unirle la (ormai) semplice applicazione convergente di tecniche informatiche (tali da consentire la messa in proporzione e il raffronto tra foto diverse) e conoscenze dell'antropometria a cominciare dai celebri "punti di Repere". Esistono parti del nostro corpo immodificabili e tali da caratterizzarci in modo assoluto: oltre alle impronte digitali o al dna pochi sanno che anche, tra le altre cose, i padiglioni auricolari sono unici e pure la distanza tra le pupille (non "la distanza tra gli occhi" come scrivono i maestrini di Wu-Ming 1). Per conferme ci si può rivolgere a qualsiasi facoltà di Medicina o a qualunque reparto di polizia scientifica ma basta anche riflettere sul fatto che da qualche tempo le foto dei passaporti devono mostrare le orecchie...
Chiudo ricordando che non qualche scalcagnata fanzine complottista ma il Times di Londra, il 18 maggio 2007 ha riferito la vox populi che dava nome cognome al sosia di McCartney: Raymond Wood.
Ovviamente tutto è perfettibile e suscettibile a revisioni, anche radicali. Ma per farlo è consigliabile lasciar perdere ironia, superficialità e omissioni e stare ai fatti, contestando nel merito le cose e le perizie con rilievi tecnico-scientifici di pari livello e accuratezza.
Chiaramente c'è anche molto altro ma son già andato lungo così e non voglio scrivere un altro libro. Buon lavoro
Ridicolizzare o riassumere non fedelmente le tesi che non piacciono è un artificio retorico-polemico già messo a punto dai sofisti 2.500 anni fa. Funziona sempre ma è anche facile scoprirlo. E', di fatto, quanto leggo a proposito della annosa questione di "Paul Is Dead". Ci ho scritto un libro sopra, anni fa - "Codice McCartney", Rizzoli - dimostrando che in realtà la questione va posta in altro modo: McCartney non è mai morto e sostituito da un sosia perfetto ma, più semplicemente, McCartney, nel tempo, si è avvalso di sosia per motivi e in situazioni extra musicali (quindi quello che suona e canta, ormai oggi svociato oltre la decenza, è sempre e solo James Paul McCartney nato il 18 giugno 1942 a Liverpool). L'ipotesi di una presenza di sosia in alcune situazioni pubbliche è sostenuta non da una ma due perizie di esperti forensi (non nerd alle prese con programmini sul web) italiani e tedeschi. Due inchieste indipendenti, svolte in tempi e luoghi diversi, su immagini diverse e per motivi diversi. Ad unirle la (ormai) semplice applicazione convergente di tecniche informatiche (tali da consentire la messa in proporzione e il raffronto tra foto diverse) e conoscenze dell'antropometria a cominciare dai celebri "punti di Repere". Esistono parti del nostro corpo immodificabili e tali da caratterizzarci in modo assoluto: oltre alle impronte digitali o al dna pochi sanno che anche, tra le altre cose, i padiglioni auricolari sono unici e pure la distanza tra le pupille (non "la distanza tra gli occhi" come scrivono i maestrini di Wu-Ming 1). Per conferme ci si può rivolgere a qualsiasi facoltà di Medicina o a qualunque reparto di polizia scientifica ma basta anche riflettere sul fatto che da qualche tempo le foto dei passaporti devono mostrare le orecchie...
Chiudo ricordando che non qualche scalcagnata fanzine complottista ma il Times di Londra, il 18 maggio 2007 ha riferito la vox populi che dava nome cognome al sosia di McCartney: Raymond Wood.
Ovviamente tutto è perfettibile e suscettibile a revisioni, anche radicali. Ma per farlo è consigliabile lasciar perdere ironia, superficialità e omissioni e stare ai fatti, contestando nel merito le cose e le perizie con rilievi tecnico-scientifici di pari livello e accuratezza.
Chiaramente c'è anche molto altro ma son già andato lungo così e non voglio scrivere un altro libro. Buon lavoro