Il Kennedy complottista
Robert F. Kennedy Jr è antivaccinista, negazionista del Covid e complottista - e vuole diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti.
Benvenute e benvenuti alla puntata #60 di COMPLOTTI!, la newsletter sulle teorie del complotto che ti porta dentro la tana del Bianconiglio.
Rieccomi qui dopo una pausa durata, ehm, decisamente troppo. La causa principale di questa assenza è la stesura del mio nuovo libro: c’entrano i complotti, ma non sarà solo su quello. Comunque ne riparlerò, spero a breve!
Detto ciò, oggi mi lancio in una bella disamina dell’improbabile candidatura presidenziale di Robert F. Kennedy – ossia il Kennedy complottista.
Ricordo sempre che nelle storie del mio profilo Instagram c’è la rassegna stampa aggiornata di Complotti!. Il libro si può acquistare dal sito di minimum fax, in libreria e negli store online.
Spaghetti alla vongole e armi bioetniche
Seduto al tavolo di un ristorante italoamericano a New York alla fine di luglio 2023, il 70enne Robert Kennedy Jr. – nipote di John F. Kennedy e figlio di Robert F. Kennedy – sta spiegando cos’è veramente il Covid-19 tra un piatto di spaghetti alle vongole e l’altro.
“[Il virus] colpisce certe razze in maniera sproporzionata”, rivela agli altri commensali. “Il Covid-19 è stato creato per attaccare i caucasici e i neri. Le popolazioni più immuni [al virus] sono gli ebrei aschenaziti e i cinesi”.
La pandemia scoppiata nel 2020, avverte, potrebbe essere soltanto un assaggio di quello che ci aspetta in futuro. Loro, prosegue, stanno infatti progettando “armi bioetniche” con un tasso di mortalità che si aggira sul 50 percento.
“Sappiamo che i cinesi stanno spendendo centinaia di milioni di dollari per sviluppare armi bioetniche, e lo stesso stiamo facendo pure noi”, esclama. “Stanno raccogliendo il Dna dei russi. Stanno raccogliendo il Dna dei cinesi. In questo modo possono colpire selettivamente le persone in base alla razza”.
Il video dell’intervento – ripreso e diffuso dai giornalisti presenti alla cena – scatena un discreto putiferio politico. Su Kennedy Jr. piovono accuse di razzismo e antisemitismo: l’aggettivo “aschenazita”, ad esempio, è una parola in codice antisemita usata dall’estrema destra; mentre la teoria secondo cui il Covid-19 risparmierebbe gli ebrei è del tutto priva di fondamento, e girava già all’inizio dell’emergenza sanitaria.
Le critiche arrivano anche dalla portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre. “L’affermazione fatta in quel video è falsa e spregevole”, dichiara in una conferenza stampa, “è un attacco ai nostri concittadini, ai nostri compatrioti americani. È importante denunciare questo genere di cose”.
La stessa famiglia Kennedy si dissocia con forza. “Condanno fermamente le riprovevoli dichiarazioni di mio fratello sul Covid”, fa sapere la sorella Kerry in un comunicato pubblicato sul sito della fondazione Robert F. Kennedy Human Rights.
Dal canto suo, Robert Kennedy Jr. rispedisce al mittente le accuse e contrattacca: quel video non prova nulla – se non la malafede della stampa mainstream, che fa di tutto per screditarlo e dipingerlo come “un pazzoide”.
Perché? Perché ha paura di lui e della sua candidatura alle primarie democratiche per le presidenziali 2024, lanciata nell’aprile del 2023 con l’obiettivo di sfidare “l’establishment corrotto” e “ripristinare l’America della mia gioventù, quella in cui sono cresciuto”.
Quella di Kennedy Jr., l’avrete capito, non è una campagna qualunque.
Il discorso del ristorante fa parte di una pletora di dichiarazioni complottiste fatte su vari spazi online – dal famosissimo podcast di Joe Rogan fino a quello del controverso psicologo canadese Jordan Peterson, passando per una conversazione su Twitter Spaces con Elon Musk.
Nel corso di queste apparizioni, Kennedy Jr. ha detto che il WiFi provoca il cancro e delle “perdite cerebrali” (non è così); gli antidepressivi sono la causa principale delle sparatorie scolastiche (in realtà sono le armi); l’Aids non è causato dal virus dell’Hiv (lo è); e strani composti chimici nell’acqua farebbero diventare transgender i bambini (devo davvero smentire questa roba?)
Insomma: Kennedy Jr. tratteggia “un riquadro del mondo cupo e cospirativo”, ha scritto la giornalista Shannon Bond su NPR, “che pullula di teorie sconfessate, affermazioni fuorviarti e palesi falsità”.
Nonostante ciò – o forse proprio per questo – ha incassato gli endorsement di pezzi grossi della Silicon Valley (tipo il fondatore di Twitter Jack Dorsey) e attori famosi, mentre alcuni sondaggi lo danno tra l’8 e addirittura il 20 per cento dei consensi tra i democratici.
Ma come siamo arrivati fino qui? E com’è possibile che un membro della più famosa dinastia politica americana ragioni come un seguace di QAnon e dica cose di destra?
Vediamolo insieme.
Antivaccismo SpA
Per buona parte della sua vita, Kennedy Jr. sembrava destinato a percorrere le orme dello zio e del padre.
Da avvocato, tra gli anni Ottanta e Novanta si è occupato di cause ambientali, contribuendo a ripulire il fiume Hudson di New York e a lanciare un movimento globale per la protezione dell’acqua – chiamato Waterkeepers Alliance.
Con l’inizio del nuovo millennio è però arrivata la svolta radicale: dalla lotta all’inquinamento, Kennedy Jr. è passato a quella contro i vaccini.
Nel 2005, ad esempio, ha pubblicato su Salon e Rolling Stone un lungo articolo intitolato Deadly Immunity (“Immunità mortale”) in cui tra sosteneva che i vaccini causavano l’autismo perché contenevano il tiomersale (un conservante a base di mercurio organico) e altre sostanze tossiche.
In sostanza, Kennedy aveva rilanciato il principale cavallo di battaglia del movimento antivaccinista – la correlazione tra vaccini e autismo – dandogli una patina di rispettabilità e traghettandolo all’interno del mondo democratico statunitense.
Il pezzo era stato subito criticato e smontato dalla comunità scientifica, per poi essere ritirato da entrambe le testate nel 2011.
La figuraccia di Deadly Immunity non ha però fermato Kennedy. Al contrario: l’ha arroccato ancora di più nelle sue posizioni.
Nel 2015 si è unito al World Mercury Project, un piccolo movimento antivaccinista fino ad allora sconosciuto. Grazie a Kennedy, come ha ricostruito un’inchiesta dell’Associated Press, il gruppo non solo è diventato noto ma si è arricchito a dismisura: se nel 2014 i ricavi ammontavano ad appena 13mila dollari, l’anno successivo erano schizzati a 467mila.
Tre anni dopo, nel 2018, il gruppo ha cambiato nome in Children’s Health Defense (CHD, “Difesa della salute dei bambini”). In un’intervista nel programma di Tucker Carlson, all’epoca era ancora a Fox News, Kennedy aveva detto che fare l’antivaccinista di professione è stata “la peggiore scelta professionale che potessi fare”, visto che “ho perso l’80 percento del mio reddito, ho perso amicizie e ho pure rovinato i rapporti con alcune persone della mia famiglia”.
In realtà, di lì a poco quella scelta avrebbe pagato eccome: sia economicamente, che mediaticamente.
Com’è successo ad altri complottisti professionisti, la pandemia di Covid-19 è stata la proverbiale manna dal cielo per Kennedy Jr. e il CHD. Grazie all’emergenza sanitaria, i profili social dell’ex avvocato sono letteralmente esplosi – prima di essere bannati (e poi ripristinati) – così come i ricavi della CHD, più che raddoppiati da un anno all’altro.
Giusto per rendere l’idea: un rapporto del 2021 del Center for Countering Digital Hate (CCDH) l’ha inserito nella lista dei dodici influencer antivaccinisti più rilevanti al mondo, responsabili della stragrande maggioranza della disinformazione sul tema.
Nel corso della pandemia, Kennedy Jr. ha fatto proprie tutte – ma proprio tutte – le argomentazioni chiave del negazionismo pandemico: le restrizioni sanitarie sono una scusa per imporre una dittatura; Anthony Fauci – e in generale le autorità sanitarie – hanno orchestrato un “colpo di stato”; i poteri forti ci nascondono le “vere” cure, come l’ivermectina; l’obbligo vaccinale è una misura nazista; e i non vaccinati hanno meno libertà di quella che aveva Anna Frank.
Oltre a martellare sui social network, Kennedy Jr. ha partecipato a svariate manifestazioni all’estero (Italia inclusa) e negli Stati Uniti, condividendo il palco con seguaci di QAnon, consulenti trumpiani e complottisti di estrema destra.
Anche lui, insomma, è stato risucchiato nel vortice nella “singolarità complottista” – quel fenomeno, secondo la definizione della giornalista Anna Merlan, che fa “incontrare e fondare” comunità complottiste “molto diverse tra loro, dando vita a un calderone di credenze incredibilmente denso”.
Sebbene Kennedy Jr. si sia sempre professato un convinto democratico, in questi ultimi anni non ha avuto il minimo problema a fare pezzi di strada insieme a quelli che – in teoria – dovrebbero essere i suoi avversari politici.
Ed è esattamente questo il punto cruciale per capire la figura del terzo candidato più nominato dai media, dopo Biden e Trump.
MAGA Kennedy
Ora: è evidente che la sua candidatura ha pochissime probabilità di andare fino in fondo.
Il vero obiettivo, almeno stando a diversi osservatori, sarebbe un altro: dare fastidio a Biden e farlo apparire debole, tutto a vantaggio dei repubblicani e di Trump.
“Più si parla di Kennedy”, ha detto un consulente repubblicano al quotidiano The Hill, “peggio è per Biden”.
In effetti, a parte il sostegno all’aborto e alla legalizzazione della cannabis, le sue posizioni sono praticamente indistinguibili da quella della destra MAGA (da Make America Great Again, lo slogan trumpiano per eccellenza).
In materia di politica estera, ad esempio, Kennedy Jr. è fortemente isolazionista; sull’invasione dell’Ucraina è un tankie che ripete a pappagallo la propaganda del Cremlino; e sull’immigrazione, be’, basta dire che vorrebbe “sigillare in maniera permanente” il confine tra Messico e Stati Uniti.
Non è un caso, dunque, che il gradimento più alto in assoluto lo riscuota tra i repubblicani – e non tra i democratici. E non è nemmeno un caso che uno dei più suoi grossi finanziatori sia Timothy Mellon, un imprenditore ultraconservatore e razzista che ha sostenuto Trump nel 2020.
A Kennedy Jr. questo tipo di appoggio non dispiace affatto; anzi, è proprio quello che cerca.
In un’intervista alla rivista TIME, il candidato ha spiegato di voler portare dalla sua parte i repubblicani delusi da Trump, o quelli troppo moderati per votarlo.
L’ex avvocato ha poi aggiunto che in questo momento la storia americana si sta “riallineando”, e che lui vuole cogliere l’opportunità di “unificare la sinistra e la destra in un movimento populista” - un movimento che sarebbe del tutto “infermabile”.
Non è l’unico a pensarlo. Steve Bannon e Roger Stone, che sono stati stretti collaboratori di Trump, lo vedrebbero bene come candidato vicepresidente della campagna dell’ex presidente.
Dopotutto, Kennedy Jr. ha uno stile politico molto simile a quello di Trump: si atteggia a vendicatore delle élite (quando un Kennedy, chiaramente, non potrà mai esserlo); ce l’ha a morte con i media; e fa un amplissimo uso delle teorie del complotto.
Lo stesso Trump, del resto, gli ha dimostrato il suo apprezzamento. In un intervento alla trasmissione radiofonica The Howie Carr Show ha detto di “avere un’ottima relazione con lui”, e che Kennedy Jr. “è un tipo di buonsenso, come lo sono io”.
E se lo dice Trump, c’è da fidarsi.
Articoli e cose notevoli che ho visto in giro
Molti assaltatori del Congresso americano si sono pentiti - non di aver partecipato all’attaco, ma di aver patteggiato la pena (Mike Wendling, BBC)
Anche se non naviga in ottime acque, il Twitter (pardon: X) di Elon Musk regala soldi a complottisti di estrema destra (Alex Kaplan, Media Matters)
Trump è stato arrestato in Georgia, si è fatto fare la foto segnaletica, l’ha postata su Twitter (dov’è tornato dopo due anni), e i seguaci di QAnon sono andati in visibilio (David Gilbert, VICE)