La Regina del Qanada
L’assurda vicenda di Romana Didulo, una perfetta sconosciuta che si è autoproclamata capo di stato del Canada e in pochi mesi è stata seguita da migliaia di seguaci di QAnon.
Benvenute e benvenuti alla puntata #25 di COMPLOTTI!, la newsletter sulle teorie delle complotto che ti porta dentro la tana del Bianconiglio.
Come ogni altro settore, anche quello complottista ha i suoi leader e i suoi influencer. Alcuni sono attivi da decenni, e sulle cospirazioni hanno eretto piccoli imperi economici; altri sono spuntati fuori con la pandemia, che in questo senso è stata davvero una fucina di nuovi talenti.
In questa puntata – la prima di una miniserie sui “guru del complotto” – mi occuperò di una figura davvero particolare, che è al contempo ridicola e inquietante. Ma vediamo insieme di chi e cosa si tratta.
Piombo in testa
Forse non ve ne siete accorti, ma in Canada c’è stato un clamoroso sviluppo politico: da febbraio del 2021 il paese non è più governato da Justin Trudeau. E il capo di stato non è più Elisabetta II d’Inghilterra, che nel frattempo è stata giustiziata per crimini contro l’umanità.
A darne l’annuncio è stata direttamente la nuova “regina” Romana Didulo - leader di Canada1st (“Prima il Canada”), un partito che sostiene di “non far parte della corrotta e disumana agenda di globalisti/comunisti/NWO/Onu/Grande Reset” – in un video pubblicato lo scorso 25 maggio su BitChute, lo YouTube alternativo usato da complottisti ed estremisti di destra.
“Ciao Canada”, esordisce Didulo,
a partire da quest’anno sono il capo di stato e comandante in capo della Repubblica del Canada. Le persone che mi hanno nominato sono […] le stesse persone che hanno aiutato il presidente Trump. È lo stesso gruppo di persone che ha sequestrato i beni del Vaticano […], della falsa famiglia reale del Regno Unito instaurata dai banchieri centrali più di 200 anni fa […] e di tredici famiglie discendenti dalla stessa linea di sangue.
Nello stesso video la donna (che sembra avere intorno ai 50 anni) spiega di aver dichiarato il Canada una “nazione libera dai vaccini” per la Covid-19, e di aver messo al bando le inoculazioni perché sono “illegali, criminali e [costituiscono] un crimine contro l’umanità”. Chi le fa, continua, rischia la pena di morte: “se dovrò firmare i documenti di esecuzione per questi crimini contro la Repubblica…lo farò”.
In un’altra clip avverte gli operatori sanitari che devono aspettarsi di ricevere “non uno, ma due colpi in testa” per “ogni bambino a cui avete iniettato un vaccino sperimentale”.
Sul suo canale Telegram, poi, Didulo ha emesso vari “editti” che dovrebbero regolare la vita nel suo regno. Anzitutto, le mascherine e le misure di sanità pubblica sono abolite seduta stante, perché non esiste alcuna pandemia – al massimo c’è una “plandemia”, cioè un’epidemia pianificata per violare le libertà individuali.
Per quanto riguarda i “criminali e i corrotti”, invece, questi hanno due scelte: “1) collaborare; 2) beccarsi del piombo in testa”, si legge in un post. In un altro, la “regina” comunica di aver alzato l’età del consenso a 24 anni (anche in questo caso, la violazione è punita con la pena di morte).
Come ha notato il giornalista Peter Smith su Canadian Anti-Hate Network, il linguaggio di Didulo è fortemente influenzato dal movimento complottista di QAnon. Oltre a usare espressioni quali “soldati digitali” e i classici slogan come “Dove va uno, andiamo tutti” (o WWG1WGA, “Where we go one, we go all”), i suoi contenuti sono costellati di riferimenti all’adrenocronomo e altre teorie QAnoniste – tipo l’imminente ritorno di Trump alla Casa Bianca.
Ed è esattamente grazie ad alcuni propagandisti di QAnon – su tutti il britannico Charlie Ward e l’utente di Gab WhipLash347 – se la donna è riuscita a raggiungere in breve tempo più di 23mila follower su Telegram.
Prima di allora, Didulo era una perfetta sconosciuta. Secondo quanto ha ricostruito Smith, la donna è di origini filippine ed è arrivata in Canada da giovane. Dovrebbe vivere a Victoria, la capitale della Columbia Britannica, e non è chiaro di cosa si sia occupata finora: il suo nome compare tra gli amministratori di diverse società, che pur non essendo legate alle teorie del complotto sembrano fasulle.
Canada1st è stato lanciato alla fine del 2020, nel pieno della seconda ondata, ma all’inizio non è stato filato da nessuno. Le cose, per l’appunto, cambiano nettamente quando Didulo si accosta al movimento e adotta i suoi tormentoni. Un altro influencer di QAnon, parlando di lei su Bitchute, ritiene che sia “autentica” e che per il momento “deve tenere occupati [i posti di potere] finché non arriva Trump”.
L’ascesa di Didulo è repentina e piuttosto incredibile. Solo qualche anno fa, scrive il giornalista Mack Lamoureux su VICE, la donna “sarebbe stata considerata poco meno di una truffatrice; ma ora, grazie al nuovo ecosistema di QAnon, conta qualcosa”.
Di più: in questo ambiente politico-digitale, prosegue Lamoureux, una persona che “proclama di essere il nuovo capo di stato del Canada […] può rapidamente guadagnare migliaia di follower, pronti a uscire dagli anfratti più profondi di Internet per riversarsi nel mondo reale”.
Pace, prosperità, o morte
I seguaci di Didulo sono un’amalgama di credenti di QAnon, attivisti anti-lockdown, sedicenti “guerrieri della resistenza contro la dittatura sanitaria”, antivaccinisti e “cittadini sovrani”.
La “corte reale” - chiamiamola così - è sua volta organizzata in gruppi Telegram regionali e provinciali, dove si organizza l’invio di “diffide” a istituzioni locali, commissariati e attività commerciale via mail, posta certificata o direttamente di persona.
Tale “diffida”, firmata da Didulo, ordina di far cessare immediatamente le vaccinazioni, “gli esperimenti bio-genetici”, i test molecolari, l’obbligo di indossare le mascherine, il distanziamento fisico, le quarantene, la chiusura dei confini interni ed esterni del Canada e le “bugie pandemiche”.
Alla fine del documento ci sono anche due postille: la prima avverte che Joe Biden non è il presidente degli Stati Uniti; la seconda sostiene che l’esercito canadese è già stato informato sul fatto che Didulo è la nuova regina del Canada.
Il gruppo di Cochrane (una cittadina nell’Alberta) in una sola settimana ha consegnato queste “diffide” a una trentina di negozi. Il 10 giugno del 2021, alcuni seguaci sono andati in una scuola elementare a distribuire questi documenti pseudo-legali e dei volantini antivaccinisti – il tutto mentre i bambini e le bambine erano in classe.
La polizia locale ha fatto sapere che sono stati prontamente allontanati dall’istituto scolastico, e che due di loro sono stati multati per violazione di domicilio. Su Telegram, gli attivisti hanno parlato di “abuso” da parte delle forze dell’ordine e hanno promesso di “vendicarsi” contro la scuola in questione, bombardando la dirigenza con altre “diffide”.
Per il resto, i gruppi contano centinaia di membri e dimostrano di essere particolarmente attivi. Diversi utenti hanno addirittura postato la lista dei negozi “diffidati”, con tanto di indirizzo e data di “notifica”. Non mancano nemmeno i video che immortalano il momento della consegna.
Sempre su Telegram, Didulo ha comunicato che chi non rispetterà le sue diffide sarà processato dai “tribunali speciali” (a suo dire già operativi, seppure in segreto) e giustiziato. Dopotutto, uno dei suoi motti è “pace, prosperità, o morte”.
Nonostante la retorica violenta, una sua seguace ha detto a VICE che “ha dato un sacco di coraggio a tante persone” e che “non fa nulla di male”.
Apprezzamenti per Didulo sono arrivati anche da un altro influencer di QAnon, che in video (visualizzato più di 30mila volte) ha elogiato la strategia delle “diffide” e i suoi propositi di usare il pugno duro verso chi commette determinati “crimini”: “che Dio la benedica”, ha esclamato, “il Canada ha bisogno di una persona del genere”.
La crescita impetuosa della “regina” le ha però attirato delle critiche. In diversi video e post sui social, Didulo è stata descritta da alcuni complottisti come una “psyop” (abbreviazione in inglese per “operazioni psicologiche militari”) congegnata per screditare l’intero movimento, o direttamente come una persona con problemi mentali.
La sua risposta non si è fatta attendere: chi la diffama è passibile – indovinate un po’? – della pena capitale.
L’ascesa degli influencer QAnonisti
Per quanto sia una figura piuttosto unica, visto che trae legittimazione soprattutto fuori dal Canada, Didulo è la plastica rappresentazione del potere degli influencer di QAnon.
Come dice il ricercatore Marc André-Argentino, sono loro che “in assenza di Q” (completamente in silenzio dal dicembre del 2020) hanno l’autorità di “imporre il canone [di QAnon] in certi spazi” e far decollare le “carriere” di singoli individui.
Tutto ciò crea un “ecosistema molto volatile, che apre in modo del tutto imprevedibile dei percorsi di radicalizzazione”.
E qui arriviamo al punto centrale del caso di Didulo, che va ben oltre la singola persona.
La “regina” del Canada (o meglio: del QAnada) e i suoi seguaci rientrano appieno in quello che i giornalisti Jared Holt e Max Rizzuto hanno chiamato “neo-QAnon”: cioè una rete molto fluida di comunità complottiste che si aggregano intorno agli slogan di Q, oppure si concentrano su determinate teorie del movimento portandole avanti in maniera autonoma.
Di sicuro, la fase partita nel 2017 su 4chan – quella dei messaggi criptici di Q, degli arresti di massa, dell’esecuzione di Hillary Clinton e della “cricca” di pedofili satanisti, e più in generale della “Tempesta” – si è irrimediabilmente chiusa con l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021.
Ma la natura partecipativa e collaborativa di QAnon è sopravvissuta. I seguaci della teoria non sono (e non sono mai stati) utenti passivi, né semplici ricettori di informazioni calate dall’alto. Al contrario: sono dei veri e propri content creator che sfornano a getto continuo meme, video, post sui social, libri, musica e documentari – materiale che poi è diffuso e rilanciato dai vari influencer.
È una dinamica che da un lato incoraggia la partecipazione del basso, ma dall’altro comporta una sorta di pressione selettiva che tende a far emergere i ceppi più radicali e virulenti; la vicenda di GhostEzra, l’influencer QAnonista convertito alla propaganda neonazista più bieca di cui ho già parlato, è esemplificativa.
Non a caso, la settimana scorsa l’Fbi ha trasmesso un rapporto al Congresso in cui afferma che QAnon non è affatto scomparso (come ha recentemente sostenuto un pezzo sul Los Angeles Times) ma sta semplicemente “evolvendo”.
Tuttavia, mano a mano che i seguaci diventano più frustati dai fallimenti delle profezie, si alza il rischio del terrorismo stocastico. Stando alla valutazione dell’agenzia federale, infatti,
qualche aderente alla teoria di QAnon potrebbe iniziare a mettere in dubbio la validità del “piano” [il riferimento è al motto di Q “fidatevi del piano”], convincendosi così della necessità di dismettere i panni del “soldato digitale” per passare alla violenza nel mondo reale – diretta, ad esempio, contro i presunti membri della “Calaba” come i democratici e altri avversari politici.
Anche il giornalista Mike Rothschild, che qualche giorno fa ha pubblicato il suo saggio The Storm Is Upon Us: How QAnon Became a Movement, Cult, and Conspiracy Theory of Everything, condivide questa preoccupazione.
“I seguaci più ferventi mi turbano parecchio, perché prima o poi capiranno che Donald Trump non sarà di nuovo presidente [almeno in questa legislatura]”, ha detto in un’intervista. E a quel punto, inevitabilmente, “dovranno sfogarsi su qualcuno”.
Articoli e cose notevoli che ho visto questa settimana:
È stato trovato il corpo di Jurgen Conings, il soldato belga di estrema destra ricercato da oltre un mese; secondo questa analisi, il caso evidenzia molto bene l’intersezione tra l’estrema destra e il complottismo pandemico (Evelien Geerts, The Conversation)
Nelle ultime settimane la destra americana sta creando una specie di “marxismo culturale” riveduto e corretto, deformando a proprio uso e consumo la Critical Race Theory (Benjamin Wallace-Wells, New Yorker)
L’imprenditore John McAfee si è suicidato in carcere a Barcellona; prima di farlo ha postato una “Q” sul suo profilo Instagram. Ovviamente, le teorie del complotto sulla sua morte si sprecano già (Scott Nover, Quartz)
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