Le altre Capitol Hill
L’assedio al Campidoglio si è svolto negli Stati Uniti, ma i suoi effetti sono stati globali – al punto tale che in diversi paesi si è cercato di replicarlo.
Benvenute e benvenuti alla puntata #38 di COMPLOTTI!, la newsletter sulle teorie delle complotto che ti porta dentro la tana del Bianconiglio.
Questa è la terza e ultima puntata del mini-speciale sull’assedio al Campidoglio. Se nella prima ho parlato dello “Sciamano di QAnon” e nella seconda del revisionismo sul 6 gennaio, ora è arrivato il momento di allargare lo sguardo e uscire dagli Stati Uniti.
Prima di iniziare, ricordo che sul mio profilo Instagram c’è la rassegna stampa aggiornata di Complotti!.
A un anno di distanza dal 6 gennaio del 2021, gli Stati Uniti sono ben lontani dall’aver processato l’assedio al Campidoglio. Se dal lato democratico si parla apertamente di golpe e attentato (sventato) alla democrazia, da quello repubblicano si oscilla tra la rivendicazione esplicita dell’accaduto e la minimizzazione più spudorata.
Quello che è successo a Washington D. C., tuttavia, non è affatto rimasto all’interno dei confini statunitensi. E non solo a livello mediatico – dato che tutto il mondo ha assistito alla gesta dello “Sciamano” e dei sostenitori trumpiani – ma anche su quello operativo.
In un certo senso, infatti, il 6 gennaio è diventato un vero e proprio modello insurrezionale da replicare in modi e contesti diversi.
Anzitutto, come ha scritto Yasmeen Serhan su The Atlantic, diversi leader si sono ispirati a Donald Trump e hanno adottato le sue tattiche e la sua retorica incendiaria, denunciando preventivamente inesistenti brogli: è successo ad esempio in Perù, in Israele e in Brasile.
In secondo luogo, il 6 gennaio ha aperto un orizzonte di possibilità per tutti i movimenti più o meno estremi che stanno sfruttando le proteste anti-restrizioni in giro per il mondo: se negli Stati Uniti si è arrivati ad assaltare il Congresso, nulla vieta che possa succedere altrove. E per l’appunto, è successo più e più volte.
Qui di seguito ho raccolto le altre Capitol Hill che sono andate in scena nel 2021.
Antefatto: l’assalto al Reichstag
Il 29 agosto del 2020, decine di migliaia di persone si trovano nel centro di Berlino per protestare contro le restrizioni sanitarie del governo tedesco. La manifestazione (organizzata dal movimento Querdenken) non è autorizzata e di conseguenza la polizia interviene sin dal mattino, sgomberando diversi assembramenti e scontrandosi con i militanti di estrema destra radunati intorno all’ambasciata russa.
Nel pomeriggio, uno spezzone di qualche centinaio di persone (composta anche da neonazisti e Reichsbürger, i “cittadini sovrani” che non credono nell’esistenza della Repubblica federale tedesca) si stacca dal corteo principale alla porta di Brandeburgo e marcia verso il Reichstag. Gli agenti sono totalmente spiazzati, ma per il rotto della cuffia riescono a impedire l’invasione del Parlamento tedesco.
L’evento è clamoroso, specie per la storia di un paese come la Germania, e di fatto anticipa di qualche mese quello che sarebbe successo (in scala molto più grande) al Congresso americano.
Sciamani a Brasilia
Il 7 settembre è il giorno dell’indipendenza del Brasile, ma quello del 2021 è stato diverso dagli altri. Nei giorni precedenti il presidente Jair Bolsonaro aveva invitato i suoi sostenitori a protestare davanti al Parlamento e alla Corte Suprema – istituzioni accusate di mettergli i bastoni tra le ruote in vista delle elezioni del 2022.
A Brasilia si presentano così quasi centomila persone, alcune delle quali esibiscono slogan in inglese che inneggiano a Trump; c’è addirittura un manifestante vestito da Sciamano. Nonostante le minacce di Bolsonaro e le preoccupazioni della vigilia, la manifestazione rimane per lo più pacifica – a parte qualche scontro con la polizia.
Molti osservatori temono però che l’assedio sia stato solo rimandato alla prossima volta, ossia nel caso in cui Bolsonaro dovesse perdere le presidenziali.
L’attacco alla sede del sindacato CFMEU a Melbourne
Il 20 settembre del 2021, a Melbourne, si svolge l’ennesima manifestazione contro il lockdown e il “green pass” introdotto dalle autorità dello stato di Victoria. La situazione appare tesa sin da subito, e le forze dell’ordine faticano a contenere il corteo.
Similmente a quanto accaduto a Berlino, anche qui uno spezzone si stacca dalla protesta principale e si dirige verso la sede del CFMEU, il sindacato del settore delle costruzioni, della silvicoltura, dell’industria mineraria ed energetica. L’assalto va avanti per qualche minuto, e la vetrina viene sfondata a colpi di sassi e altri oggetti contundenti.
In un comunicato ufficiale, il CFMEU sostiene che “la manifestazione è stata pesantemente infiltrata dai neonazisti e dagli gruppi estremisti, mentre è chiaro che solo una minoranza di iscritti al sindacato ha partecipato alla protesta”.
Lo squadrismo pandemico alla sede della Cgil
Il 9 ottobre del 2021 a Roma si svolge una grossa manifestazione contro il green pass. Dal palco allestito a Piazza del Popolo Giuliano Castellino, il leader della sezione romana del partito neofascista Forza Nuova, suona la carica: “gli italiani liberi […] vanno ad assediare la Cgil: andiamo a prenderci tutto quello che è nostro!”
Poco dopo, centinaia di persone sfondano l’ingresso della sede del sindacato e la devastano. Per quell’assalto andranno a processo 13 persone (tra cui i vertici di Forza Nuova) il prossimo 2 marzo, con accuse che vanno dall’istigazione a delinquere alla devastazione e saccheggio.
Secondo un retroscena pubblicato su Repubblica, l’obiettivo iniziale dei neofascisti era “raggiungere [Palazzo] Chigi” perché “per loro è come un feticcio. Il successivo attacco alla Cgil è stato una sorta di piano B”.
Palline da tennis contro Jacinda Ardern a Wellington
Il 9 novembre del 2021 migliaia di persone marciano in direzione del parlamento di Wellington, la capitale della Nuova Zelanda. Il perimetro di sicurezza allestito dalle forze dell’ordine è imponente: lo speaker della Camera, Trevor Mallard, dice di non aver mai visto nulla di simile da quando è stato eletto per la prima volta nel 1984.
La ragione formale della protesta è l’introduzione di una specie di “green pass”. Molti manifestanti sventolano bandiere con la scritta “TRUMP”, oppure esibiscono cartelloni con slogan trumpiani come “we will drain the swamp” (“prosciugheremo la palude”, ossia faremo piazza pulita).
Altri chiedono una “nuova Norimberga”, parlando di “apartheid sanitario” e tracciando analogie tra Jacinda Ardern e Adolf Hitler. Qualcuno lancia verso l’ingresso del Parlamento delle palline da tennis, ricoperte di frasi violente contro la prima ministra.
Ci sono infine sostenitori di QAnon, convinti che la premier sia stata arrestata due anni fa alla Casa Bianca e ora vada in giro con un braccialetto elettronico.
La forca davanti al parlamento dello stato di Victoria
Il 15 novembre, al culmine di tre giorni di manifestazioni, centinaia di persone sono sugli scalini del Parlamento dello stato di Victoria, a Melbourne.
L’obiettivo della protesta è un disegno di legge che contiene misure per contrastare la pandemia, tra cui l’estensione dello stato d’emergenza e l’obbligo vaccinale per alcune categorie. Non si verificano scontri con le forze dell’ordine, ma il clima e gli slogan trasudano violenza e ricordano l’atmosfera del 6 gennaio.
A un certo punto, di sera, un pick-up si piazza davanti al Parlamento. Sul rimorchio è montato un patibolo, che simula l’esecuzione capitale del premier Daniel Andrews – un sinistro riferimento alla forca dell’assedio al Campidoglio, nonché ai propositi d’impiccare i “traditori”.
La tentata irruzione al Parlamento romeno
Il 21 dicembre del 2021 si tiene una protesta fuori dal Parlamento romeno a Bucarest, che sta discutendo l’introduzione di un green pass obbligatorio per i lavoratori. La Romania è uno dei paesi con il più basso tasso di vaccinazione dell’Unione Europea.
La manifestazione è convocata dal partito di estrema destra Alleanza per l'Unione dei Romeni (Aur), e vede la solita partecipazione composita di estremisti e antivaccinisti.
A un certo punto, centinaia di manifestanti forzano uno dei cancelli d’ingresso, cogliendo di sorpresa la polizia e riuscendo a fare irruzione nel cortile del complesso. La sicurezza del parlamento blocca le porte per evitare il peggio, mentre le forze dell’ordine allontanano le persone. Fuori, intanto, molte automobili vengono danneggiate da altri manifestanti - tra cui quella dell’ambasciatore degli Stati Uniti.
L’incendio del vecchio Parlamento a Canberra
Il 30 dicembre del 2021, a Canberra (la capitale dell’Australia), brucia la facciata principale dell’edificio che ospitava il Parlamento.
L’incendio è appiccato nel corso di una strana protesta che ha visto insieme antivaccinisti, seguaci delle teorie complottisti dei “cittadini sovrani” e attivisti di gruppi aborigeni – tutti convinti che lo Stato australiano sia in realtà un’azienda privata.
Prima dell’incendio, infatti, sulla porta del vecchio Parlamento era stata affissa una specie di notifica di sfratto in pseudolegalese, rivolta alla “società privata Commewealth australiano”.
Il 2 gennaio del 2022, comunque, le forze dell’ordine hanno arrestato un trentenne con l’accusa di incendio doloso.
La “rinascita” bulgara
Il 12 gennaio del 2022 centinaia di antivaccinisti ed estremisti di destra hanno provato ad assaltare il Parlamento bulgaro a Sofia – nello stesso giorno in cui il paese ha registrato il record di casi giornaliero dall’inizio della pandemia. L’assedio è durato due ore, ma il cordone di polizia ha retto.
La protesta – formalmente contro l’introduzione del “green pass” – è stata organizzata da Rinascita (Vazrazhdane), un partito filo russo, ultranazionalista e antivaccinista che alle elezioni di novembre del 2021 ha superato per la prima volta la soglia del 4 percento, riuscendo a eleggere 13 deputati.
Il partito sostiene che le restrizioni e vaccini sono totalmente inutili, perché i casi sono cresciuti anche in paesi con alti tassi di vaccinazione (la Bulgaria è ultima in Europa per copertura vaccinale).
Nonostante la retorica antivaccinista, un’indagine della tv bTV ha scoperto che i parlamentari di Rinascita sono tutti vaccinati.
Articoli e cose notevoli che ho visto questa settimana:
Il 6 gennaio non c’è stato solo l’assedio; qualcuno ha piazzato delle bombe (fortunatamente non esplose) in giro per Washington D. C. La sua identità è ancora avvolta dal mistero (Elaine Godfrey, The Atlantic)
Nel 2021, il legame tra gli antivaccinisti e alcune fazioni di QAnon si è fatto sempre più stretto (Alex Kaplan, Media Matters)
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