Il padre di Macron
La “transvestigazione” su Brigitte Macron ha fatto un salto di qualità: ora la première dame sarebbe addirittura il padre transgender del presidente francese.
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Quello delle “transvestigazioni” è un filone complottista buono per tutte le stagioni. Recentemente è tornato di gran moda: il padre di Elon Musk, Errol, ha detto che Michelle Obama è “un uomo”; mentre dagli Stati Uniti alla Francia si sta nuovamente parlando della teoria transmisogina su Brigitte Macron. Oggi parlerò di quest’ultima, visto che ci sono state delle evoluzioni importanti.
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Diventare Brigitte
Più o meno un anno fa, l’opinionista complottista e ultratrumpiana Candace Owens aveva scritto su X di essere disposta a “mettere in gioco la mia reputazione professionale sul fatto che Brigitte Macron [la moglie del presidente francese Emmanuel] sia in realtà un uomo”.
Ecco: non si può dire che non sia stata di parola.
Dalla fine dello scorso gennaio in poi, l’influencer statunitense ha pubblicato sul suo canale YouTube ben otto episodi di una serie intitolata Becoming Brigitte (“diventare Brigitte”), che finora hanno accumulato quasi venti milioni di visualizzazioni.
La stragrande maggioranza delle affermazioni di Owens non è nuova e ricicla aspetti già noti della teoria transmisogina, che circola da diversi anni in Francia e non solo.
Come avevo spiegato nella puntata #70, le speculazioni si basano su foto travisate, ricostruzioni fantasiose dell’albero genealogico della famiglia Trogneux (il cognome da nubile di Brigitte) ed elementi biografici inventati di sana pianta.
Owens è certa che Brigitte Macron sia in realtà suo fratello, Jean-Michel Trogneux. Quest’ultimo avrebbe fatto una transizione di genere intorno ai 30 anni e avrebbe tentato di occultare il suo passato maschile facendo sparire fantomatiche prove compromettenti.
Per giustificare l’impostura, Brigitte avrebbe mentito a cascata su tutta la sua vita. Ad esempio: lei non sarebbe la madre dei figli avuti con il primo marito André-Louis Auzière, ma il padre. La vera madre biologica sarebbe Catherine Auzière, moglie del cognato Jean-Louis Auzière, cioè il fratello di André-Louis.
L’apporto originale – chiamiamolo così – dell’influencer statunitense è stato quello di adattare la teoria al contesto politico-culturale statunitense, fondendola con alcune narrazioni cardine del movimento complottista di QAnon.
A causa della differenza d’età con Emmanuel Macron, Brigitte è descritta come una sorta di adescatrice di minorenni che fa parte di una setta di pedofili satanisti. Lei stessa avrebbe poi coinvolto il compagno in questa cricca, che ora godrebbe dunque della massima copertura istituzionale.
La degenerazione morale della première dame emergerebbe anche da un’altra clamorosa circostanza fisiognomica, che Owens rivela verso la fine della seconda puntata della serie.
Per lei, Jean-Jacques Trogneux – figlio del fratello di Brigitte, Jean-Michel – avrebbe caratteristiche fisiche troppo simili a Emmanuel Macron. E come si chiede maliziosamente: “com’è possibile che il figlio di Brigitte [che per Owens è Jean-Michel Trogneux, lo ricordo] assomigli così tanto al suo futuro marito, il presidente della Francia”?
Esatto, avete capito bene: Brigitte Macron non sarebbe soltanto un uomo che finge di essere una donna; sarebbe addirittura sposato con suo figlio.
La rivista francese che ha serializzato la teoria
Il lancio della serie di Owens è coinciso con la pubblicazione del libro Devenir Brigitte (sia in Francia che negli Stati Uniti) di Xavier Poussard, responsabile della rivista d’estrema destra Fait et Documents.
Non è un caso, ovviamente: la quasi totalità del materiale della pseudo-inchiesta dell’influencer statunitense arriva proprio da quella pubblicazione quindicinale, fondata nel 1996 dal giornalista ed editore estremista Emmanuel Ratier.
Come sottolinea il giornalista Samuel Bennett su Yahoo!, i contenuti di Fait e Documents sono “di natura antisemita e antimassonica, senza però esplicitarlo apertamente nella linea editoriale per evitare conseguenze giudiziarie”.
Nel 1999, giusto per rendere l’idea, la rivista ha ospitato un dibattito tra Robert Faurisson – lo scrittore che più di ogni altro ha sdoganato il negazionismo dell’Olocausto – e l’allora vicepresidente del Front National Bruno Gollnisch, condannato per aver negato l’esistenza delle camere a gas.
Per il politologo Jean-Yves Camus Fait et Documents è davvero l’incarnazione delle idee di Ratier, “un uomo abbastanza prudente” e “con reali capacità professionali”, ma con un visione del mondo fortemente paranoica e antisemita. Tra le varie cose era convinto che l’“essenza della politica” fosse determinata dai traffici d’influenza e dalle macchinazioni di oscure “lobby”.
L’approccio complottista è comunque sopravvissuto alla morte di Ratier, avvenuta nel 2015. La rivista, come ha documentato StreetPress, è salvata da due importanti dirigenti dell’ala più radicale del Rassemblement National, Axel Loustau e Frédéric Châtillon (quest’ultimo molto vicino a Marine Le Pen).
Nel 2017 viene nominato direttore Xavier Poussard, che gravita nella galassia del polemista estremista Alain Soral. Il giovane giornalista (è del 1988) riesce a traghettare la rivista nella modernità e a farla diventare un nodo importante della cosiddetta “fasciosfera” – la rete informale di siti, blog, forum e pagine social dell’estrema destra francese.
Ed è proprio grazie a lui che la teoria su Brigitte Macron s’insinua nel dibattito pubblico e giornalistico. Nell’autunno del 2021 Poussard decide di pubblicare un’inchiesta della sedicente “giornalista indipendente” Natacha Rey, che per prima delinea l’architrave narrativa della calunnia transmisogina.
L’accoglienza per la presunta “rivelazione” sulla moglie del presidente Macron è ottima, almeno in certi circuiti. Rey viene ospitata in una diretta sul canale YouTube della veggente Amandine Roy, che diventa virale e contribuisce a diffondere la teoria ben oltre i confini della “fasciosfera”. Le due saranno poi condannate a una pena pecuniaria per diffamazione.
Il direttore di Fait et Documents cavalca l’onda e dedica cinque numeri consecutivi al “mistero di Brigitte Macron” fino alla fine del 2021, poi due all’inizio del 2022 e altri due nel 2023.
In pratica, Poussard ha serializzato la teoria del complotto.
Le “transvestigazioni” come format d’intrattenimento
E qui torniamo a Candace Owens.
Anche l’influencer statunitense ha adottato lo stesso metodo del direttore di Fait et Documents, riuscendo a declinare il tutto in una chiave true crime.
Una tesi palesemente falsa è stata presentata come se fosse una serie Netflix (alla Making a Murderer, per intenderci) con tanto di enigmi da risolvere, perizie fotografiche fatte con l’intelligenza artificiale, indagini parallele, interviste “esclusive”, colpi di scena inaspettati e cliffhanger continui.
La tattica ha pagato sia su YouTube che su TikTok. Il sito statunitense MediaMatters ha rilevato decine e decine di video sulla piattaforma di ByteDance, per un totale di oltre 62 milioni di visualizzazioni e migliaia di commenti – specialmente di donne appassionate del genere.
“Proprio come fanno i programmi e i podcast true crime più seguiti”, ha scritto la giornalista Abbie Richard, “anche Owens è riuscita a coltivarsi una schiera di persone appassionate che formulano le proprie teorie come se stessero discutendo di una serie tv, e non dell’apparato genitale di una figura politica globale”.
Diverse clip su TikTok si concentrano infatti su presunti dettagli anatomici di Brigitte Macron nel tentativo – crudele e grottesco al tempo stesso – di dimostrare il suo “vero” genere, che sarebbe quello maschile.
Con Becoming Brigitte, insomma, Owens è riuscita a popolarizzare un altro format: quello delle cosiddette “transvestigazioni”.
Con questo termine si indicano quelle “indagini” complottiste che – basandosi su interpretazioni anatomiche campate per aria, pseudo-medicina, misoginia e omolesbobitransfobia – puntano a smascherare la cosiddetta Elite Gender Inversion (Egi), ossia “l’inversione di genere delle élite”.
Stando a questa teoria, la maggior parte delle celebrità e dei politici mentirebbe sul loro reale genere. I bersagli più succulenti dei “transvestigatori” sono però le donne legate alla politica, in particolare le compagne di leader invisi all’estrema destra.
La prima a finire al centro delle speculazioni transmisogine è stata Michelle Obama, moglie dell’ex presidente Barack Obama, che ha subito un’ossessiva campagna denigratoria alimentata da Alex Jones di InfoWars e da pseudo-documentari.
Poi è toccato all’ex premier neozelandese Jacinda Arden; a Begoña Gómez, moglie del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, additata in una trasmissione tv come una narcotrafficante transgender; e per l’appunto a Brigitte Macron.
La persistenza e il successo delle “transvestigazioni” è la riprova che non vanno né sottovalutate né derubricate. Oltre a legarsi ad altre teorie come QAnon, ormai riescono a generare un engagement enorme e a sfruttare la potenza della distribuzione algoritmica delle piattaforme.
In altre parole, sono a tutti gli effetti un prodotto d’intrattenimento.
E poco importa che causino sofferenza alle persone colpite, oppure legittimino discorsi d’odio contro comunità marginalizzate e già ampiamente prese di mira.
Anzi: per molte persone che le propongono, è proprio questo il punto.
Articoli e cose notevoli che ho visto in giro
Tra proteste, crollo del valore in borsa delle sue aziende e sondaggi in picchiata libera, il mito di Elon Musk come “genio visionario” sta subendo un colpo dopo l’altro (Charlie Warzel, The Atlantic)
Trump sta mettendo in atto il “Progetto Ester” contro il movimento pro-Palestina: dopo l’arresto Mahmoud Khalil, altri due attivisti sono stati fermati e costretti a lasciare gli Stati Uniti (Brittany Gibson, Axios)
Uno studio sostiene che dormire poco può rendere le persone più suscettibili alle teorie del complotto (Andrew Paul, Popular Science)
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Non finirò mai di stupirmi di quanto la gente può essere stupida, le tue newsletter sono molto interessanti ma profondamente deprimenti (per non parlare di certi commenti)
Mi ricorda i libelli nella Francia del XVIII sec.
Peccato che Owens, non parlando italiano, abbia perso l'indizio più ghiotto: M.me Macron viene da una famiglia di cioccolatai! Coincidenze?
A proposito, si dice ancora cioccolataio o è una di quelle espressioni da boomer che non capisce più nessuno?