Il momento JFK dell’Europa
L’attentato al premier Robert Fico ha sconvolto la Slovacchia e l’Europa intera - e ha pure scatenato un torrente di teorie del complotto a tema.
Benvenute e benvenuti alla puntata #73 di COMPLOTTI!, la newsletter sulle teorie del complotto che ti porta dentro la tana del Bianconiglio.
Per loro natura, gli attentati politici sono dei grandi generatori di teorie del complotto. Ne abbiamo avuto la riprova in questi giorni con l’attentato al premier slovacco Robert Fico – il più grave atto di violenza politica della storia di quel paese, nonché l’ennesimo segnale che l’intera Europa sta attraversando una fase davvero tormentata. Non potevo che occuparmene in questo spazio.
Prima di partire, ricordo che è uscito il mio ultimo saggio Le prime gocce della tempesta. Si può acquistare nelle librerie (quelle indipendenti sono sempre da preferire) e nei negozi online. Sul mio profilo Instagram trovate una rassegna stampa aggiornata e le date delle presentazioni, che aggiorno man mano.
Il più grave atto di violenza politica della storia slovacca
“Robo, vieni qui!”
È con queste parole che un uomo ha attirato l’attenzione di Robert Fico, il primo ministro della Slovacchia, prima di sparargli addosso nel tardo pomeriggio del 15 maggio del 2024.
L’attentato si è consumato all’esterno della Casa della cultura di Handlová – una cittadina nel centro del paese a circa 190 chilometri dalla capitale Bratislava – dove si era appena svolta una riunione di governo.
Fico è stato colpito al torace, al braccio e all’addome. Le sue condizioni sono apparse sin da subito molto gravi: il premier è stato trasportato in elicottero a Banska Bystrica, una città vicina ad Handlová, dov’è stato sottoposto a un’operazione durata cinque ore che ha coinvolto due squadre di medici.
Come ha fatto sapere la direttrice del’ospedale Miriam Lapuníková, Fico è ancora in terapia intensiva e il quadro clinico rimane “serio”.
Il responsabile è stato subito fermato dalla polizia. Si chiama Juraj Cintula, ha 71 anni ed è un ex guardia giurata con la passione per la scrittura. Il suo profilo ideologico, come vedremo più avanti, è piuttosto complicato.
In un video registrato poco dopo l’arresto, Cintula ha detto di non approvare le politiche di Fico e di essere contrario al disegno di legge che vorrebbe sciogliere la tv pubblica RSTV per rimpiazzarla con un’emittente controllata dal governo.
Il ministro dell’interno Matúš Šutaj-Eštok ha detto che l’uomo ha agito “da solo” e che si è “radicalizzato di recente, dopo le elezioni presidenziali” del 23 marzo 2024 in cui ha vinto Peter Pellegrini, il candidato sostenuto da Fico. Le motivazioni del gesto, ha aggiunto Šutaj-Eštok, sono dunque politiche.
E in effetti, l’attentato è un prodotto caratteristico del contesto slovacco – un contesto altamente infiammabile e frammentato, in cui le tensioni sono scientemente esasperate dallo stesso Fico, un uomo che domina la politica del paese da quasi vent’anni.
Il leader del partito social-populista Smer-SD ha già ricoperto l’incarico di premier tra il 2006 e il 2010 e tra il 2012 al 2018. In quell’anno è stato costretto a dimettersi al culmine di una gravissima crisi politica innescata dall’omicidio del giornalista d’inchiesta Ján Kuciak e della sua compagna Martina Kušnírová. Kuciack stava indagando sulle connessioni tra la ‘ndrangheta e gli ambienti politici slovacchi.
Nonostante lo scandalo, Fico in qualche modo è riuscito a rimanere a galla. Poi sono arrivate la pandemia e l’invasione dell’Ucraina, che gli hanno offerto l’opportunità di reinventarsi e tornare rilevante.
Da un lato il leader di Smer ha abbracciato la causa anti-restrizioni sanitarie e antivaccinista, venendo addirittura arrestato nel 2021 prima di una manifestazione non autorizzata; dall’altro ha decisamente virato verso un modello orbaniano e putiniano. Nell’ottobre del 2023 è così tornato al governo con una coalizione rossobruna, insieme ai nazionalisti di destra del Partito Nazionale Slovacco (Sns).
Come ha scritto Fabio Turco su Valigia Blu, il paese si è trovato alle prese con un “Fico 2.0” […] molto più radicale rispetto alle esperienze di governo precedenti”, che ha iniziato a proporre riforme per limitare l’indipendenza della magistratura, dei media e delle Ong.
In tutto ciò, annota sempre Turco, “a essere esacerbato è stato il linguaggio verbale, che ha raggiunto una violenzav senza precedenti”.
Una violenza che, alla fine, è esondata nel mondo fisico.
È stata l’Oms, è stato il solito Soros
In un certo senso, per la Slovacchia – e più in generale per l’Europa – è una specie di “momento JFK”, dove JFK ovviamente sta per John Fitzgerald Kennedy.
Lo è per le implicazioni politiche, per le possibili conseguenze, e anche per un altro motivo: sin dai primissimi momenti, sull’attentato si è riversato un autentico torrente di teorie del complotto.
I filoni sono principalmente tre. Il primo ha un taglio marcatamente antivaccinista: secondo vari post su X – uno dei quali ha raggiunto oltre cinque milioni di visualizzazioni – la reale motivazione dell’attentato andrebbe ricercata nell’opposizione di Fico al cosiddetto “accordo pandemico” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).
Il premier slovacco avrebbe infatti “formalmente e pubblicamente” rigettato l’accordo giusto qualche giorno fa, e sarebbe stato punito per questa mossa. Come ha twittato la deputata trumpiana e qanonista Marjorie Taylor Greene, “non sorprende che gli abbiano sparato”.
Ma cos’è questo “accordo pandemico”? Secondo la sintesi fatta dal Consiglio europeo, si tratta di un “nuovo strumento globale” negoziato tra i 194 paesi membri dell’OMS che punta a “migliorare la prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie future su scala mondiale”.
Un obiettivo nient’affatto nefasto, e anzi completamente auspicabile, visto il clamoroso livello di impreparazione globale mostrato durante la pandemia di Covid-19. Tuttavia, l’accordo è da tempo il bersaglio di notizie false e teorie del complotto che, come denunciato dal direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus, rischiano di minare i negoziati.
In base a queste teorie, l’accordo sarebbe una specie di boss finale del complottismo pandemico: imporrebbe vaccinazioni di massa con la forza; obbligherebbe gli stati a cedere ampie porzioni di sovranità nazionale all’OMS, che in caso di rifiuto potrebbe addirittura schierare un suo esercito (!); e toglierebbe in via definitiva le libertà personali ai cittadini con l’implementazione di “città di 15 minuti” e altri distopici dispositivi di controllo.
Va sottolineato che alcune di queste affermazioni – tutte infondate, ovviamente – sono state promosse in tempi recenti dallo stesso Fico. Che tuttavia non si è mai sfilato dall’accordo per un motivo molto banale: non è stato ancora finalizzato e implementato. La bozza definitiva dovrebbe infatti essere presentata il prossimo 27 maggio alla 77esima assemblea generale dell’OMS.
E comunque, giusto per statuire l’ovvio, “l’accordo pandemico” non c’entra nulla né con l’attentato che con l’attentatore.
A tal proposito, il secondo filone complottista si è concentrato sull’identità e sull’orientamento ideologico di Cintula.
Stando a quanto riportato dalla stampa locale, l’uomo vive nella cittadina di Levice, ha pubblicato tre raccolte di poesie e due romanzi – uno dei quali fortemente anti-rom – e sul suo profilo Facebook ha fatto diversi post filorussi e anti-immigrazione. Piuttosto grottescamente, almeno col senno di poi, nel 2015 ha provato a fondare un “comitato contro la violenza”.
Il giornalista Szabolcs Panyi ha fatto notare su X che Cintula compare in una foto del 2016 insieme ai militanti del gruppo paramilitare filorusso di estrema destra Slovenskí Branci. Nella didascalia del post in questione, Cintula elogia il gruppo dicendo che si sta “preparando alla difesa” del Paese contro le “centinaia di migliaia di migranti che stanno arrivando in Europa”.
Non esattamente il profilo di un progressista, giusto? Eppure, sempre sulla piattaforma di Elon Musk, diversi utenti hanno sostenuto – senza alcuna prova – che Cintula è un “attivista del partito progressista slovacco”, ossia Slovacchia Progressista, di cui fa parte la presidente della repubblica uscente Zuzana Čaputová.
Questa presunta vicinanza ha fatto entrare in scena l’immancabile George Soros. Eh già: per l’influencer complottista italiano Cesare Sacchetti e altri utenti di X, il finanziere ungherese avrebbe allestito una “vasta e radicata” rete in Slovacchia, mentre Čaputová sarebbe una specie di burattino nelle sue mani (entrambe le affermazioni non sono vere)
L’attentato sarebbe stato dunque orchestrato da Soros per togliere di mezzo una figura scomoda e – soprattutto – critica nei suoi confronti.
In passato, infatti, Fico aveva agitato lo spauracchio di Soros a fini propagandistici. Nel 2018, all’apice della crisi che ha portato alle sue dimissioni, aveva falsamente accusato il finanziere di aver contribuito a “destabilizzare” il Paese con le sue Ong.
Più recentemente, il premier ha descritto Čaputová come una pedina di Soros – ricevendo una querela per diffamazione da parte della politica progressista.
Complottismo matrioska
L’ultimo filone, invece, tira in ballo un presunto coinvolgimento da parte dell’Ucraina.
Kyiv avrebbe provato a far fuori Fico per le sue posizioni smaccatamente filorusse, per aver ripetuto a pappagallo alcune falsità antiucraine, e per il suo proposito (finora non mantenuto) di fermare l’invio di armi all’Ucraina.
Questa teoria è stata spinta attivamente dalla propaganda russa. Come ha ricostruito David Gilbert su Wired, i canali ufficiali (e ufficiosi) del Cremlino hanno immediatamente lanciato una campagna su vasta scala, usufruendo anche dei bot dell’operazione di disinformazione “Doppelganger”.
Accuse nei confronti dell’Ucraina sono arrivate anche dal blogger militare Mikhail Zvinchuk, che nel suo canale Telegram (seguito da oltre un milione di persone) ha scritto che prima o poi spunterà fuori qualche “traccia ucraina” nell’attentato di Fico.
Sulla stessa falsariga si è collocata anche Margarita Simonyan, la direttrice di Russia Today nonché una delle più note propagandiste putiniane. Sui suoi profili social ha scritto che Fico “non aveva scampo”, poiché aveva detto che “l’operazione militare speciale” (cioè l’invasione russa) è stata causata in primo luogo dal “dilagare dei neo-nazisti ucraini”.
E loro, gli ucraini, “lavorano così” – assassinando, cioè, gli avversari sgraditi. (Una strategia che la Russia di Putin non impiega mai, aggiungo io.)
In generale, le teorie sull’attentato a Fico hanno una peculiarità piuttosto specifica: oltre alla rapidità della loro diffusione, dettata dal fatto che su X non esiste più alcuna moderazione, sono basate su teorie rilanciate dallo stesso politico slovacco.
Il quale, come tutti i leader populisti e radicali, in questi ultimi anni ha cavalcato cinicamente l’onda complottista che si è progressivamente gonfiata con la pandemia, la crisi economica e le guerre.
Per usare una figura retorica, ci troviamo di fronte a una sorta di “complottismo matrioska” – dentro una teoria ce n’è un’altra, che a sua volta ne ospita un’altra ancora, e così via.
Il risultato è quello di ostacolare la comprensione e la contestualizzazione dei fatti; aggiungere ancora più confusione a una situazione di per sé estremamente confusa; e condizionare il racconto futuro dell’attentato.
Le teorie del complotto, infatti, non agiscono soltanto sul presente: possono incidere anche sulla memoria storica di un accaduto, creando versioni alternative che resisteranno a qualsiasi verifica o smentita.
E tutto ciò succede a maggior ragione se riguardano gli atti di violenza politici, come per l’appunto insegna l’omicidio di JFK.
Articoli e cose notevoli che ho visto in giro
È uscito il primo studio in assoluto sui devastanti effetti che può avere QAnon sulle relazioni interpersonali (Eric W. Dolan, PsyPost)
Restando sul tema, le teorie collegate a QAnon stanno ritornando alla grande su X grazie alla non-politica di moderazione di Musk (Matt Binder, Mashable)
Un compendio delle pericolose bugie che gli antiabortisti mettono in giro per ostacolare il diritto all’aborto (Anna Toniolo, Facta)
Se ti è piaciuta questa puntata, puoi iscriverti a COMPLOTTI! e condividerlo dove vuoi e con chi vuoi. Quelle precedenti sono consultabili nell’archivio.
Mi trovate sempre su Instagram, Threads, Twitter, TikTok e Bluesky, oppure rispondendo via mail a questa newsletter.
Possiamo dire che che le teorie del complotto sono esse stesse dei complotti? Studiando la comunicazione politica dei conservatori sembra proprio che ci sia un pattern tra quello che i partiti vogliono ottenere (sostanzialmente mantenere il più saldo possibile lo status quo alimentando la distanza tra gruppi sociali) e il target delle teorie del complotto. Sono sempre i personaggi "progressisti" che tentano di sovvertire un qualcosa di moralmente buono (ma invece è lo status quo) con qualcosa di moralmente cattivo (qualcosa a caso di abbastanza orrido e disgustoso ma anche psicologicamente collegato al disgusto morale). Questo mette in buona luce i conservatori che vengono portati in palmo di mano come se fossero eroi, in un contesto che in realtà è l'opposto.
E se la più grande teoria del complotto fossero le teorie del complotto stesse?
Solo per capire meglio il suo pensiero: quando scrive:
E loro, gli ucraini, “lavorano così” – assassinando, cioè, gli avversari sgraditi. (Una strategia che la Russia di Putin non impiega mai, aggiungo io.)
lei è ovviamente ironico, giusto?