Il signor Kalergi
Il piano Kalergi è tornato di moda in Italia. Ecco com’è nata questa teoria razzista e come si è diffusa.
Benvenute e benvenuti alla puntata #58 di COMPLOTTI!, la newsletter sulle teorie del complotto che ti porta dentro la tana del Bianconiglio.
Questa settimana politica italiana è stata dominata dalla teoria della “sostituzione etnica”, che chi legge questa newsletter conosce molto bene. Nel dibattito pubblico si è però affacciata anche un’altra espressione: “piano Kalergi”. Siccome è meno conosciuta, oggi ne ripercorro l’origine e la diffusione.
Prima di partire, però, qualche comunicazione di servizio: domenica 23 aprile parlerò al Festival del Giornalismo in questo panel; venerdì 28 aprile invece sarò a Milano a parlare di estrema destra, ospite di LatoB.
Ricordo sempre che nelle storie del mio profilo Instagram c’è la rassegna stampa aggiornata di Complotti!. Il libro si può acquistare dal sito di minimum fax, in libreria e negli store online.
La variante K
Dopo aver spezzato le reni alla temibile bistecca sintetica, il ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida ha deciso di occuparsi di un’altra grave minaccia che incombe sulla Nazione: la scomparsa del popolo italico.
“Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica,” ha detto il 18 aprile del 2023 al congresso del sindacato Cisal. “[Che dice]: vabbè, gli italiani fanno meno figli, li sostituiamo con qualcun altro. Non è quella la strada”.
Le parole di Lollobrigida, che evocano la nota teoria razzista, hanno sollevato diverse polemiche – respinte al mittente dallo stesso ministro con la giustificazione *rullo di tamburi* dell’ignoranza.
In un’intervista al Corriere della Sera, il cognato di Giorgia Meloni ha spiegato di aver semplicemente “parlato in positivo di immigrazione legale, il cui primo nemico è quella illegale”. Nella sua vita, ha aggiunto, “ho preso distanze siderali da chi immagina complotti internazionali, e altre follie di questa natura”.
Il problema, insomma, è che non sapeva.
“Non credo sia corretto definirmi ignorante perché fino a ieri non sapevo chi fosse il signor Kalergi,” ha puntualizzato. “Ho letto molto, ma non perdo tempo con folli e complottisti a cui la sinistra dedica molta attenzione”.
Il riferimento a questo fantomatico “signor Kalergi” non è casuale.
Oltre ai rimandi alla “sostituzione etnica” e al “genocidio dei bianchi”, in questi giorni è tornata in voga un’altra teoria collegata: quella del cosiddetto “piano Kalergi”.
Immaginatela come una specie di variante nata dallo stesso ceppo virale. Secondo la letteratura complottista, tale piano sarebbe finalizzato al "genocidio programmato dei popoli europei" attraverso l'immigrazione di massa.
Se la “distruzione del volto del Vecchio continente” dovesse avere successo, i popoli europei sarebbero “mischiati” con “razze asiatiche e di colore”, creando così “un gregge multietnico senza qualità e facilmente dominabile dall'élite al potere".
Il conte genocida
Il diabolico ideatore di questo sterminio "studiato a tavolino", per l’appunto, è il conte Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, un aristocratico austro-giapponese nato nel 1894 e morto nel 1972.
Considerato uno dei primi uomini politici a proporre il progetto di un’Europa unita, nei primi anni Venti del Novecento Kalergi (che era iscritto a una loggia massonica) ha pubblicato il manifesto Pan-Europa e fondato l'associazione Unione Paneuropea.
In altre opere – che vanno inserite nell'epoca in cui sono state scritte, cioè nel momento di ascesa dei totalitarismi – Kalergi dettaglia ulteriomente il suo progetto: arrivare a un'Europa confederata in Stati per poi "integrarla all'interno di un'organizzazione mondiale politicamente unificata".
Naturalmente, da nessuna parte si parla di un "piano" per il genocidio dei bianchi europei.
Piuttosto, come ha scritto il blogger Mazzetta, i testi di Kalergi sono un “insieme di riflessioni, spesso sul filo del paradosso, che si contrapponevano alla predicazione nazista e al suo sogno di Reich millenario”. Al suprematismo nazista, Kalergi “opponeva il sogno di una umanità che al termine del completo rimescolamento si sarebbe ritrovata”.
Nonostante abbia esercitato una certa influenza a livello teorico, ed esista ancora oggi un premio che porta il suo nome, il pensiero e il personaggio di Kalergi sono rimasti pressoché sconosciuti al grande pubblico.
A ripescarli da dimenticatoio è stato Gerd Honsik, un neonazista austriaco pluricondannato per i suoi scritti negazionisti dell’Olocausto.
Nel 2005 – mentre è latitante in Spagna – pubblica Adios, Europa. El Plan Kalergi, un libro che deforma e decontestualizza le frasi dell’aristocratico per svelare l’esistenza del fantomatico “genocidio”.
Tra le “prove” portate da Honsik ci sono anche le frequentazioni di Kalergi e persino l'elenco di coloro che in seguito hanno ricevuto il premio. Di fatto, però, l’autore neonazista compie la solita rimasticatura de I Protocolli dei Savi di Sion.
Per diverso tempo, il “piano Kalergi" è confinato in circuiti ben connotati politicamente – esattamente come la “sostituzione etnica” e il “genocidio dei bianchi”.
Fino all’inizio degli anni Dieci, ad esempio, le elucubrazioni di Honsik in Italia si trovano solo in siti come Italiasociale.net (“il periodico del nazionalsocialismo”) o nei circuiti complottisti e antisemiti.
La pulizia etnica di padani e italiani
Lo sganciamento dall’orbita dell’estrema destra avviene dopo la strage di Lampedusa del 2013 e durante la “crisi dei migranti” nel 2015.
Google Trends registra un’impennata di ricerche del termine; e su Facebook nascono pagine come “No Al Piano Kalergi – Vadano Via Gli Immigrati”, che posta fotomontaggi in cui le citazioni di Kalergi sono accostate all’ex ministro per l’integrazione Cécile Kyenge.
Nel 2015 – che è l’anno di consacrazione della teoria – esce il primo libro italiano sull'argomento, scritto da Matteo Simonetti (che tornerà sul tema nel 2017 con un altro saggio intitolato Kalergi. La prossima scomparsa degli europei).
Passando alla sfera televisiva, la trasmissione più ossessionata dal “piano Kalergi” è La Gabbia, condotta dall’ex senatore e leader di ItalExit Gianluigi Paragone. Ne parlano Claudio Messora, il fondatore della testata complottista Byoblu, e il giornalista di estrema destra Francesco Borgonovo – autore di un agghiacciante segmento intitolato “Il piano della Boldrini per la grande invasione”.
La politica non è da meno, ovviamente.
Il più fomentato è Matteo Salvini, che all’epoca stava consolidando la svolta nazionalista e “fascioleghista” del partito.
In un intervento su Radio Padania nel febbraio del 2015, il segretario sostiene che “sia in corso un’opera di razzismo e di pulizia etnica” nei confronti degli “italiani e dei padani”, e denuncia il tentativo di “sostituzione dei popoli”.
Qualche mese dopo, in un comizio a Ponte di Legno (Brescia), Salvini rincara la dose: “è in corso il tentativo di genocidio delle popolazioni che abitano l'Italia da qualche secolo e che qualcuno vorrebbe soppiantare con decine di migliaia di persone che arrivano da altre parti del mondo”.
Alla luce di questi esempi, e tornando ai giorni nostri, è a dir poco grottesco dover assistere alla dissociazione della Lega sul tema.
Il leghista Gian Marco Centinaio ha addirittura detto che "Lollobrigida ha pronunciato parole veramente brutte, ha sbagliato la forma e spesso la forma è sostanza”.
La realtà è che, negli ultimi dieci anni, la destra italiana ha completamente normalizzato e sdoganato le peggiori teorie del complotto sull’immigrazione – vuoi per adesione ideologica, vuoi perché si sono rivelate utili a livello propagandistico; poco cambia.
Il risultato, infatti, è che abbiamo politici con responsabilità di governo che ormai dicono le stesse cose che si leggono nei manifesti dei terroristi neonazisti.
Articoli e cose notevoli che ho visto questa settimana:
I miracoli del Twitter di Elon Musk: un account con la spunta blu, quindi “verificato” dalla piattaforma, ha diffuso notizie false sulla guerra civile in Sudan (Matthew Champion, VICE)
Fox News pagherà quasi 800 milioni di dollari a Dominion – l’azienda produttrice delle macchine usate per lo scrutinio dei voti – per aver diffuso teorie del complotto infondate su presunti brogli alle presidenziali Usa del 2020 (Erin Moriarty, CBS News)
Oh wow… ho appena scoperto questa newsletter grazie a Polpette e noto con tanto dispiacere di dover aggiungere anche questo alla lista dei complotti in cui credono i miei genitori. W o w. Ti continuerò a leggere con piacere ma anche, probabilmente, con tanta tristezza ahaha