Sede vacante
Dal primo all’ultimo giorno, il pontificato di Francesco è stato accompagnato come un’ombra da teorie del complotto di ogni tipo.
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Dal primo all’ultimo giorno, il pontificato di Jorge Mario Bergoglio – vuoi per il suo carisma, vuoi per le sue posizioni politiche, vuoi per gli immensi cambiamenti social-mediatici – è stato accompagnato come un’ombra da teorie del complotto di ogni tipo; dalla salute fino alla legittimità della sua carica, nulla è stato lasciato intentato. Oggi, per forza di cose, parlerò di questo.
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Una morte già annunciata
Per diversi complottisti, l’annuncio della morte di Papa Francesco non è stato affatto sorprendente. E perché mai avrebbe dovuto esserlo?
Il pontefice argentino era già scomparso da mesi, se non da anni.
L’avevano rivelato anche Fabrizio Corona (il quale, si sa, è una persona notoriamente affidabile), Red Ronnie e gli influencer d’inchiesta romani Er Bombolino e Ottavo Re Di Roma.
Secondo loro l’ultima impostura del Vaticano c’è stata a Pasqua, quando dal balcone di piazza San Pietro si sarebbe affacciato un sosia, facendo così crollare una volta per tutte il castello di menzogne edificato dalla curia.
Per altri, invece, il decesso di Jorge Mario Bergoglio è stata la perfetta occasione di rinverdire teorie decennali – se non addirittura un evento da celebrare.
Tra questi spicca l’ex arcivescovo Carlo Maria Viganò, scomunicato nel luglio del 2024 per “scisma”, ossia per essersi rifiutato di “riconoscere e sottomettersi al Sommo Pontefice”.
In un post su X ha scritto che Francesco “dovrà rendere conto dei crimini di cui si è macchiato, primo fra tutti l’aver usurpato il soglio di Pietro per distruggere la Chiesa Cattolica e perdere tante anime”.
Sono parole durissime e spietate, ma coerenti con il personaggio che si è costruito negli ultimi anni.
Dopo una carriera di buon livello nei ranghi vaticani, culminata nella nomina a nunzio apostolico (cioè ambasciatore) negli Stati Uniti, Viganò si è trasformato nel più influente clerico-complottista del cattolicesimo tradizionale contemporaneo.
In quella veste ha diffuso teorie pandemiche e antivacciniste di ogni tipo, arrivando a dire che il Covid-19 è stato una punizione divina per i matrimoni egualitari e al tempo stesso una pandemia pianificata per innescare il Grande Reset; ha elogiato il movimento complottista di QAnon; si è avvicinato alla destra MAGA più esagitata; e ha bersagliato Papa Francesco con svariate calunnie e notizie false.
In un lungo dossier del 2018, ad esempio, ha chiesto le dimissioni di Bergoglio perché – a suo dire – avrebbe coperto l’ex cardinale statunitense Theodore McCarrick, responsabile di abusi sessuali su adulti e minori. Un rapporto ufficiale del Vaticano, pubblicato nel 2020, ha tuttavia smontato la ricostruzione di Viganò.
Giusto per la cronaca: esistono comunque altri casi – portati alla luce dal podcast La scomunica, realizzato dalla newsletter Appunti di Stefano Feltri – in cui Francesco avrebbe effettivamente insabbiato scandali sessuali, a riprova che la Chiesa cattolica ha ancora moltissima strada da fare per eradicare una piaga sistemica.
A ogni modo, l’ex arcivescovo ha rincarato la dose con altre speculazioni infondate.
In un video, tornato a circolare in questi giorni su X, ha sostenuto che Bergoglio avrebbe commesso violenze sessuali su giovani gesuiti mentre era in Argentina. È per questo motivo, sottolinea Viganò, che Francesco “non ha mai compiuto un viaggio nel suo paese natale” (in realtà c’entrava il complicato rapporto con i governi argentini).
L’accusa più clamorosa riguarda però la presunta paternità segreta di Francesco: il pontefice avrebbe avuto un figlio di nome Tomas Ricardo Arizaga, deceduto nel 2014 all’età di undici anni e sepolto nel cimitero teutonico in Vaticano dopo avergli tolto i denti per non renderlo identificabile.
Habemus non-papam
Oltre a tutto ciò, Viganò è sempre stato uno dei principali amplificatori della teoria del complotto della “sede vacante”, che ha accompagnato il pontificato di Francesco dal primo all’ultimo giorno.
In altre parole: il predecessore Benedetto XVI non avrebbe mai abdicato veramente, e Bergoglio sarebbe dunque stato un Papa illegittimo.
Secondo questa tesi, la rinuncia del 12 febbraio 2013 non sarebbe stata valida perché Joseph Ratzinger avrebbe volutamente inserito 80 errori gravi in latino (in realtà erano soltanto due, subito corretti) per svelare e denunciare un enorme complotto ai suoi danni, perpetrato da una presunta lobby massonico-progressista.
Per rimarcare di essere ancora il vero pontefice, avrebbe poi continuato a vestirsi di bianco. Lo stesso Ratzinger, tuttavia, ha precisato che “il mantenimento dell’abito bianco è una cosa semplicemente pratica” e che “porto l’abito bianco in modo chiaramente distinto da quello del Papa”.
Col tempo, la teoria della “sede vacante” si è trasformata in un vero e proprio genere a sé stante.
È stata rilanciata a getto continuo da siti e blog tradizionalisti italiani e anglofoni; è stata l’oggetto di libri che hanno venduto migliaia di copie come Codice Ratzinger di Andrea Cionci, pubblicato dalla casa editrice del sito complottista ByoBlu; ed è stata pure al centro di appariscenti stunt pubblicitari.
Nell’estate del 2023, ad esempio, dei piccoli aerei hanno sorvolato a bassa quota la costa adriatica e il litorale laziale con degli striscioni agganciati alla coda che recitavano “Benedetto XVI non ha mai abdicato” e “Benedetto XVI era in sede impedita”.
Spiegando il significato di quei messaggi, Cionci ha detto che “quando il papa muore oppure si dimette si dice che la sede papale è vacante, mentre la sede viene definita ‘impedita’ quando il papa è confinato, esiliato, di fatto prigioniero”.
Sebbene sia stata smentita da vari esperti – e da Ratzinger in persona – la fantasia complottista in questione ha attecchito perché rientra nel florido filone narrativo delle congiure vaticane, e soprattutto perché simbolizza la radicata ostilità di una parte del mondo cattolico verso il Concilio Vaticano II, considerato una deviazione eretica dalla vera dottrina ecclesiastica.
Nel suo post Viganò dice espressamente che l’eredità tossica del “non-papa” Francesco continuerà ad avere effetti devastanti sul punto, perché “gli eversori che egli ha invalidamente creato ‘cardinali’” da tempo “si organizzano per assicurare un continuatore della rivoluzione sinodale e della destrutturazione del Papato”.
Negare la legittimità di Francesco è inoltre un modo plateale di criticare le sue posizioni politiche su certi temi – su tutti la crisi climatica, le migrazioni e i conflitti.
A tal proposito, Bergoglio è stato variamente descritto come un apostata marxista a capo di una “chiesa parallela” – uno che vuole distruggere la vera Chiesa in combutta con i “globalisti” (una parola in codice per dire “ebrei”), George Soros, il World Economic Forum e imprecisate lobby massonico-finanziarie.
Un papa MAGA
Per il resto, non è assolutamente un caso che Francesco sia stato uno dei bersagli preferiti di QAnon e più in generale della destra trumpiana: tutt’e due sono ossessionati dal Deep State, una struttura statale parallela che deterrebbe il vero potere e sarebbe guidata da pedofili satanisti.
Così come non è sconvolgente il fatto che figure importanti dell’ambiente MAGA abbiano accolto positivamente la morte di Francesco, che in vita non ha mai perso l’occasione di criticare – anche piuttosto duramente – Donald Trump.
Roger Stone, storico consulente politico di Donald Trump, ha scritto su X che “il suo papato non era legittimo e le sue prediche violavano sistematicamente la Bibbia e il dogma ecclesiastico”.
La deputata ultratrumpiana Marjorie Taylor Greene è stata ancora più esplicita: “ci sono stati grandi cambiamenti nella leadership globale”, ha detto sempre su X, “il male viene sconfitto per mano di Dio”.
Anche il mondo del cattolicesimo conservatore statunitense, all’interno del quale sono girate ampiamente teorie del complotto anti-Francesco, è in grande fermento.
Come ha detto al Financial Times Janna Bennett, professoressa e teologa dell’università di Dayton, “negli ultimi due decenni la classe clericale che è uscita dai seminari statunitensi è molto più conservatrice” rispetto a quelle che l’hanno preceduta e ha trovato una potente causa mobilitatrice nell’opposizione a Francesco.
Per questa classe, come ha detto il podcaster cattolico Jesse Romero, è dunque arrivato il momento di purgare la Chiesa statunitense – che, en passant, è la più ricca del mondo – e sbarazzarsi di quei prelati e quei vescovi che “sono morbidi sull’aborto, hanno tendenze marxiste e sono a favore degli omosessuali”.
Il bersaglio grosso, chiaramente, è il Vaticano.
È in quest’ottica che va letta la recente visita di JD Vance, che paradossalmente è avvenuta nell’ultimo giorno di vita di Papa Francesco.
Il vicepresidente statunitense, che si è convertito al cattolicesimo nel 2019 ma è molto vicino agli evangelici trumpiani, è il fautore di un suprematismo cristiano fortemente escludente.
Lo scorso febbraio, nel corso di un’intervista a Fox News sull’immigrazione, ha tirato in ballo una versione xenofoba della nozione teologica agostiniana dell’ordo amoris (l’ordine dell’amore):
Dovremmo amare prima la nostra famiglia, poi i nostri vicini, poi la nostra comunità, poi il nostro paese e solo dopo considerare gli interessi del resto del mondo.
È una visione completamente agli antipodi rispetto a quella di Papa Francesco, che Vance – e con lui il conservatorismo cattolico, non solo statunitense – chiaramente disprezza e ritiene non più al passo con i tempi.
Il vicepresidente, ha annotato Alberto Melloni su Le Grand Continent, “in fondo pensa che la Chiesa debba prendere atto che un mondo sia finito. Per lui, il cristianesimo unito […] non esiste più”.
Al posto dell’ecumenismo di Bergoglio che spingeva per l’unità della Chiesa, Vance e la corrente tradizionalista sponsorizzano “un ‘millefoglie’ transconfessionale nel quale un protestante e un cattolico omofobi sono più vicini di quanto non lo siano ai loro fratelli per confessione ma di diverso orientamento ideale”.
Insomma: per chi ha ritenuto Bergoglio un “anti-papa” e un “usurpatore”, ora quella sede vacante da troppo tempo andrebbe finalmente occupata da un “Papa MAGA” che riporti la Chiesa sulla retta via, traghettandola nella modernità autoritaria e reazionaria.
Articoli e cose notevoli che ho visto in giro
Per Elon Musk, la realtà sta bussando sempre più forte: tra proteste, crollo di vendite e crisi di reputazione, Tesla se la sta passando malissimo (Andrew J. Hawkins, The Verge)
Secondo uno studio molto interessante, le persone che hanno posizioni economiche di sinistra e valori culturali di destra sono più propense a credere alle teorie del complotto (Florian Buchmayr e André Krouwel, Political Psychology)
A proposito di 25 aprile e cicli reazionari: la fondazione Rosa Luxemburg ha organizzato un convegno per aggiornare l’antifascismo europeo ai tempi di Trump e Meloni (Tommaso Chiti, Jacobin)
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Non capisco la gente che è ossessionata dall'idea che ci sia un internazionale pedofilo-satanista e poi vota per un bancarottiere pedofilo come Trump che a questo punto forse è pure satanista, in fondo ne L'avvocato del diavolo l'ufficio del riccone criminale e incestuoso era il suo. Coincidenze?