Lui è tornato
La strana storia di come John Fitzgerald Kennedy Jr. – morto nel 1999 – è diventato un’icona dei seguaci di QAnon, che aspettano il suo ritorno in vita come se fosse un nuovo Cristo.
Benvenute e benvenuti alla puntata #35 di COMPLOTTI!, la newsletter sulle teorie delle complotto che ti porta dentro la tana del Bianconiglio.
Questa settimana tratterò una teoria davvero bizzarra: quella secondo cui JFK Jr. – il figlio minore di JFK – sia segretamente in vita e abbia fondato il movimento di QAnon. C’è molta gente che ci crede, e da giorni decine e decine di seguaci sono a Dallas in attesa della sua venuta.
Prima di iniziare ricordo sempre che dal 4 novembre potete trovare il mio saggio Complotti! Da QAnon alla pandemia, cronache dal mondo capovolto in libreria, negli store online e in ebook. Segnalo inoltre una mia partecipazione a Zapping su Rai Radio 1 (dal minuto 42 in poi), e una bella chiacchierata sul canale Twitch di Kenobit (Fabio Bortolotti).
Ritorno a Dealey Plaza
Il Grande Ritorno è fissato per il 2 novembre 2021 alle 12:29, nel punto esatto in cui tutto è partito: Dealey Plaza, Dallas.
A quell’ora precisa, una flotta di auto dovrebbe passare nel luogo in cui è stato ucciso il 35esimo presidente degli Stati Uniti; in testa dovrebbero esserci John Fitzgerald Kennedy Jr. e il padre JFK, seguiti dalla Principessa Diana, da Michael Jackson e tante altre celebrità.
O almeno, questo è quello che ha promesso Michael Brian Protzman, un influencer di QAnon che gestisce un popolare canale Telegram. L’uomo, che è il titolare di una società di demolizioni a Washington, usa una versione piuttosto astrusa della Gematria per sostenere di essere in contatto diretto con la famiglia Kennedy – che per lui discende direttamente da Gesù Cristo.
Oltre alla numerologia, Protzman ha altre due passioni: l’antisemitismo, che promuove a piene mani; e i soldi, che spilla in vari modi alle persone che lo seguono – e non sono poche.
La mattina del 2 novembre la famigerata collinetta erbosa è gremita di seguaci che aspettano JFK Jr. e il resto della compagnia. Molti hanno indumenti blu Tiffany (un colore associato ai Kennedy), sventolano cartelli con la faccia di John John (il nome informale di JFK Jr.) e la lettera Q, oppure esibiscono magliette con la scritta “TRUMP / JFK JR 2020”.
Allo scoccare dell’ora fatidica, decine e decine di credenti intonano il giuramento di fedeltà alla bandiera. Ma non c’è nessuna parata all’orizzonte, né tanto meno si vedono i Kennedy.
I seguaci di QAnon e Protzman non demordono, e restano lì per ore; nemmeno la pioggia battente li scoraggia. A un certo punto serpeggia la voce che JFK Jr. sarebbe comparso la sera stessa allo stadio Cotton Bowl, durante il concerto dei Rolling Stones. Qualcuno sborsa fino a 300 dollari per assicurarsi un biglietto.
Ovviamente, anche al concerto degli Stones non succede nulla.
Nonostante ciò, nei giorni successivi i seguaci continuano a rimanere a Dealey Plaza. Si ventila persino l’ipotesi di allestire una sorta di quartiere generale in una casa di proprietà del rapper Pryme Minister, che ha dato la sua disponibilità.
Il giornalista Steven Monacelli riporta su Twitter che le persone si mettono regolarmente in cerchio e cantano una versione riveduta di Take Me Home, Country Roads di John Denver, cambiando “West Virginia” e “mountain mama” con le parole “Dealey Plaza”.
Una donna che si è fatta abbindolare da Protzman, Maureen McNamara, racconta a VICE che l’influencer è interessato soltanto a vendere i suoi prodotti. Per il resto, quelli che ci sono cascati hanno speso un sacco di soldi. “Conosco persone che non potranno permettersi di festeggiare il Natale, o che non sanno come pagare la prossima rata del mutuo”, dice, “hanno fatto dei sacrifici importanti a livello finanziario, affettivo e personale solo per essere qui”.
Di fronte a una cosa del genere, anche gli esperti sono sbigottiti. Il ricercatore Jared Holt del Digital Forensic Research Lab spiega di essere “piuttosto sconvolto dal numero di persone che sta partecipando all’evento”, perché il ritorno di JFK Jr. “non è una credenza molto diffusa, nemmeno tra i seguaci di QAnon”.
Ma da dove nasce questa leggenda? Com’è nata, e perché circola in questo modo?
Il qulto di JFK Jr.
Partiamo da un dato abbastanza incontrovertibile: John John è morto da 22 anni.
La sera del 16 giugno 1999 JFK Jr è scomparso insieme alla moglie Carolyn Bessette e alla suocera Lauren Bessette mentre stava pilotando un piccolo aereo dal New Jersey al Massachusetts. I corpi dei tre sono stati recuperati in mare il 21 luglio.
Anche se non ha mai intrapreso la carriera politica, JFK Jr. era molto popolare e seguito dalla stampa e dai tabloid, e aveva fondato il magazine George. La notizia della sua morte aveva dunque dominato le prime pagine, è stata una tragedia nazionale e ha rappresentato l’ennesimo capitolo della “maledizione dei Kennedy”.
A decenni di distanza dalla sua morte, tuttavia, una corrente di QAnon è fermamente convinta che JFK Jr. sia segretamente in vita.
La teoria è nata intorno alla prima metà 2018, e la sua genesi è stata ricostruita molto bene su Patreon dall’utente Dappergander (che è una formidabile risorsa per comprendere il movimento). All’epoca Q aveva iniziato a rilasciare i suoi drop con meno frequenza, e questi vuoti erano stati colmati da altri LARPer su 8chan.
Il 23 giugno, un utente che si firmava “R” aveva fatto un lungo post sulla imageboard gestita dai Watkins (di loro ne ho parlato qui), sostenendo di essere JFK Jr. e di aver fondato lui QAnon. Inizialmente Q non ci aveva fatto caso, ma dopo appena un mese si è visto costretto a intervenire pubblicamente per ben due volte: la prima a luglio, in cui ribadiva che “esiste solo un Q”; e la seconda a dicembre, per dire che JFK Jr. non è vivo.
Per Dappergander, questa sconfessione è “uno dei momenti cruciali nella storia del movimento”.
Se consideriamo QAnon come una “iper-religione”, infatti, possiamo parlare di una specie di scisma. Il canone ufficiale (cioè Q) non riconosce una teoria, ma quella continua a essere ritenuta attendibile da molte persone che fanno parte del culto.
Non a caso, la teoria di JFR Jr. - a forza di dettagli e variazioni - ormai vive di vita propria.
Provo a ricapitolarla brevemente: negli anni Ottanta JFK Jr. aveva iniziato a lavorare con i “Cappelli Bianchi” (White Hats, che nel gergo di QAnon sono i “patrioti” che combattono la cricca di pedofili satanisti) per sconfiggere il Deep State e vendicare la morte del padre.
Per non compromettersi troppo JFK Jr. aveva lanciato George, che non era un semplice magazine di politica e lifestyle, ma un veicolo di informazioni in codice – un po’ come 4chan, 8chan e 8kun. Donald Trump era stato messo a conoscenza dei piani del Deep State direttamente da JFK Jr. in persona.
Nel 1998 il senatore democratico Patrick Moynihan si era dimesso, e JFK Jr. aveva deciso di candidarsi per il Senato (cosa mai avvenuta nella realtà). Hillary Clinton, esponente di spicco della cricca, si era messa di traverso e aveva ordinato l’uccisione di Kennedy.
Ma ecco il colpo di scena: JFK Jr. sapeva che Clinton voleva farlo fuori, e ha inscenato la propria morte in un incidente aereo. Da allora lavora nell’ombra – tipo Obi Wan Kenobi – e aspetta il momento giusto per tornare al fianco di Donald Trump e innescare il “Grande Risveglio”.
Il problema è che questo momento si sarebbe dovuto avverare parecchio tempo fa.
Una teoria all’interno della teoria sostiene che JFK Jr. sarebbe dovuto essere il vicepresidente di Trump al posto di Mike Pence, ma sappiamo che non è andata così. Un’altra teoria aveva profetizzato il suo ritorno per il 4 luglio del 2020, il giorno dell’indipendenza. Altre ancora dicono che JFR Jr. è già tornato e si spaccia per un tale Vincent Fusca, un ex venditore di Pittsburgh.
Se vi sembra del tutto assurdo, be’, è perché è effettivamente assurdo. Eppure, calandosi nella logica qanonista si può capire perché questo mito abbia fatto così presa.
Meglio morto che vivo
Dal momento che QAnon è teoria che ingloba qualsiasi teoria del complotto, quelle sull’omicidio di JFK hanno fatto parte dell’architrave narrativa di Q e dei suoi seguaci fin dall’inizio.
Le fazioni del movimento hanno incorporato in vari modi la morte di JFK nella loro, chiamiamola così, “versione” della storia; in più, JFK Jr. è sempre stato visto come uno dei golden boy della più famosa dinastia politica statunitense.
I seguaci di QAnon di una certa età, scrive Dappergander, hanno inoltre impressa nella mente l’immagine di John John che rivolge un saluto militare al feretro del padre. Insomma: la teoria su JFK Jr. unisce il passato con il presente, e traghetta le teorie sul padre nella modernità – usando a tale scopo il figlio.
Questo meccanismo, annota sempre Dappergander, funziona per un motivo molto semplice: entrambi non sono più in vita da parecchio tempo.
Alla base di QAnon c’è sempre una grande battaglia tra il Bene e il Male, e il Bene ha ovviamente bisogno di eroi.
Tuttavia, oltre a Trump, il movimento ha sempre faticato a trovare eroi affidabili in vita; persino l’ex generale Michael Flynn è stato accusato di essere un adoratore di Satana, per dire.
JFK Jr., invece, è perfetto. Di lui sono disponibili moltissime foto, articoli e testi su cui ricamare sopra, senza che il diretto interessato possa dire alcunché.
In altre parole, non importa se a Dallas non tornerà mai: è molto più utile da morto che da vivo.
Articoli e cose notevoli che ho visto questa settimana:
Philip Godlewski, un influencer di QAnon che dice di battersi contro il traffico di minori e i pedofili satanisti, è stato condannato per corruzione di minore (Will Sommer, Daily Beast)
Steve Bannon è stato incriminato per oltraggio al Congresso dopo essersi rifiutato di testimoniare davanti alla commissione che indaga sull’assalto al Campidoglio (Dipartimento di Giustizia)
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