Influencer che odiano le donne
L’amministrazione Trump ha liberato i fratelli Tate, gli influencer misogini e complottisti accusati di stupro e traffico di esseri umani.
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Di Trump si può dire tutto, ma non che non rispetti la parola data ai suoi. Dopo aver liberato migliaia di assalitori al Congresso, adesso la sua amministrazione è riuscita a portare negli Stati Uniti (almeno momentaneamente) i fratelli Tate – due influencer misogini accusati dalla magistratura romena di svariati reati sessuali. Oggi mi occuperò di loro, con un’avvertenza: si parlerà di abusi, violenze e misoginia.
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Il ritorno del re
Alle tre di mattina del 27 febbraio 2025 un jet privato decolla dall’aeroporto di Bucarest-Băneasa in Romania diretto a Fort Lauderdale, in Florida.
All’interno del velivolo ci sono gli influencer misogini più seguiti al mondo: i fratelli anglo-americani Tristan e Andrew Tate. Quest’ultimo è il più famoso dei due, e grazie alle sue tirate sessiste si è guadagnato il – poco invidiabile, a dire il vero – titolo di “re della mascolinità tossica”.
Non si tratta di un normale viaggio di piacere o di lavoro; è piuttosto qualcosa che assomiglia a un’esfiltrazione.
Da oltre due anni, infatti, la magistratura e le forze dell’ordine romene li accusano di una sfilza di reati gravissimi: stupro, sfruttamento della prostituzione, riciclaggio di denaro, associazione per delinquere e tratta di minori.
I fratelli sono ricercati anche dalla giustizia britannica, dopo che quattro donne li hanno denunciati per violenza sessuale.
In tutto, le vittime sono quasi cinquanta. Molte hanno raccontato episodi di violenza fisica brutale; Andrew Tate, in particolare, sembra prediligere lo strangolamento. Non mancano neppure le vanterie: in un messaggio ha scritto a una delle sue vittime che “mi è piaciuto un sacco stuprarti”.
Nonostante ciò, con una mossa a sorpresa che presenta diversi punti oscuri, le autorità romene hanno revocato il divieto di espatrio ai Tate.
La procura e la DIICOT (l’equivalente della nostra DIA) hanno comunque precisato che il procedimento non è stato archiviato, e che i due dovranno recarsi in Romania per affrontare il processo e adempiere ad altri obblighi legali.
Come ha però dichiarato alla BBC Matthew Jury, avvocato di una delle vittime di Andrew Tate, “non penso che i Tate torneranno in Romania di loro spontanea volontà”.
Dal canto loro i fratelli Tate hanno sempre respinto le accuse, dipingendosi come dei “prigionieri politici” e delle “vittime del Matrix” – un’espressione mutuata dall’omonimo film che designa una fantomatica “dittatura del politicamente corretto” che ce l’ha con gli uomini bianchi.
L’hanno pure ribadito non appena sono scesi dall’aereo. “Viviamo in una società democratica dove vige la presunzione di innocenza”, ha detto Andrew Tate di fronte ai cronisti. “Credo che io e mio fratello siamo stati ampiamenti fraintesi”.
Di sicuro, i due si aspettano di essere compresi molto bene dall’amministrazione Trump e dal mondo MAGA. “In America si sentono al sicuro per molti motivi”, ha spiegato l’avvocato dei Tate Joseph McBride, “il principale dei quali è che Donald Trump è il presidente”.
Stando alle indiscrezioni raccolte dalla stampa, le autorità romene hanno subito insistenti pressioni da parte degli statunitensi per allentare le restrizioni giudiziarie ai fratelli.
Alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco – ha rivelato il Financial Times – l’inviato speciale di Trump Richard Grenell ha discusso del caso con il ministro degli esteri romeno Emil Hurezeanu, chiedendo abbastanza esplicitamente il rilascio dei due.
Ma come mai la Casa Bianca si prodiga così tanto per liberare persone accusate di reati così gravi, e che non sono viste di buon occhio da parecchi repubblicani – incluso il governatore della Florida Ron DeSantis?
Dal Grande Fratello alla “maschiosfera”
Per cercare di capirlo occorre ripercorrere brevemente l’ascesa di Andrew Tate.
Dopo una carriera da kickboxer di alto livello, contrassegnata dalla vittoria di quattro titoli mondiali, nel 2016 Tate prende parte alla 17esima stagione dell’edizione britannica del Grande Fratello.
Tuttavia, la sua sortita nel mondo dello spettacolo dura pochissimo. La produzione lo caccia dopo appena sei giorni: c’entrano le polemiche legate ai suoi tweet razzisti e sessisti, un video in cui lo si vede picchiare l’ex compagna con una cintura, e soprattutto un’indagine per stupro risalente al 2015 (che si chiuderà quattro anni più tardi in un nulla di fatto).
Invece di scomparire, Tate mette a frutto l’indignazione che lo circonda e si ricicla come guru misogino. Nel 2017 si trasferisce in Romania perché pensa che sia un posto “senza leggi” in cui è possibile fare qualsiasi cosa.
Da lì comincia a offrire corsi a pagamento rigorosamente rivolti a giovani maschi, in cui spiega come “fare soldi”, come avere successo nella vita, come “conquistare” quante più donne possibili e come “fuggire dal Matrix” – ossia diventare dei veri “maschi alfa” e “rompere” il sistema dominato dal femminismo e dall’ideologia woke.
L’attività più redditizia è però un’altra, e decisamente più sordida: le webcam a sfondo sessuale, gestite insieme al fratello Tristan e basate sull’adescamento di donne (anche minorenni). In un’intervista a un podcast, Andrew Tate si è vantato di avere alle sue dipendenze “75 donne che mi fanno guadagnare 600mila dollari al mese”.
In parallelo, sui suoi profili social costruisce la sua mitologia personale: esibisce muscoli da palestrato; ostenta uno stile di vita grottescamente sfarzoso; pubblica foto insieme ai leader dell’estrema britannica (tra cui Nigel Farage e Tommy Robinson) e a Donald Trump Jr; e fa una dichiarazione orrendamente misogina dopo l’altra.
Nel corso degli anni Tate ha detto veramente di tutto: che le donne devono stare a casa a cucinare e fare il caffè, che sono proprietà dei maschi, che non sanno guidare, che le 19enni sono più attraenti delle 25enni perché hanno “scopato di meno”, e così via.
A causa di queste affermazioni viene ripetutamente sospeso dalle piattaforme, ma i ban non intaccano la sua popolarità. Un’armata di seguaci, come ha ricostruito il Guardian, inonda infatti i social con le sue clip nel “tentativo di manipolare l’algoritmo” – in particolar modo quello di TikTok.
La strategia paga; eccome, se paga.
Andrew Tate diventa un nodo centrale e ineludibile della cosiddetta “manosphere” (“maschiosfera” in italiano), un ecosistema online composto da siti, blog, forum e gruppi in cui si ritrovano diverse comunità maschiliste – dagli incel fino ai pick-up artist, passando per gli attivisti per i diritti dei maschi e gli estremisti “redpillati”.
A prima vista, scrivono su The Conversation il ricercatore Ben Rich e la ricercatrice Eva Bujalka, quegli spazi sembrano parlare della “vita reale dei giovani uomini” e delle loro difficoltà: “rifiuti amorosi, alienazione, difficoltà economiche, solitudine e l’angoscia per il futuro”.
In realtà, le ansie individuali e collettive vengono convertite in odio misogino attraverso teorie del complotto che negano l’esistenza dei femminicidi, travisamenti dei dati statistici sulla violenza di genere e miti pseudoscientifici (come quelli dei “maschi alfa” o della “programmazione neuro-linguistica”).
In definitiva, l’attrattiva di Tate – e più in generale della “maschiosfera” – sta nel fatto che sembra offrire una soluzione facile e immediata ai problemi.
E questa soluzione da un lato passa per la costruzione paranoide di un nemico quasi onnipotente (le femministe, il woke, o “Matrix”) che allunga i suoi tentacoli ovunque; dall’altro passa per la restaurazione di un patriarcato aggressivo, sfacciato e adattato all’era digitale.
L’alleanza con il mondo MAGA
L’arresto del dicembre del 2022 e la valanga di accuse che piovono addosso ai Tate completano la costruzione del mito, trasformandoli in “perseguitato politici” – almeno agli occhi dei loro seguaci, e pure del mondo MAGA.
Sebbene le accuse siano gravissime, gli ambienti che gravitano intorno a Trump – gli stessi che per anni, riprendendo QAnon, hanno accusato i democratici di essere dei pedofili satanisti – si sono schierati senza alcune remore con gli influencer anglo-americani.
L’avvocato dei Tate Paul Ingrassia, che attualmente è il funzionario di collegamento della Casa Bianca per il Dipartimento della giustizia, ha sostenuto che i fratelli “sono stati sacrificati sull’altare del Matrix sulla base di reati che non hanno mai commesso”.
Donald Trump Jr. ha definito l’arresto “una follia totale”. Elon Musk ha ripristinato i loro account su X (ora Andrew ha oltre 10 milioni di follower e Tristan più di 3). Alina Habba, una consulente politica di Trump, ha spiegato in un podcast di “essere d’accordo con tutto quello che dice Tate: qui negli Stati Uniti ha le spalle coperte”.
Dopo le presidenziali statunitensi, Andrew Tate si è detto sicuro che il suo caso verrà “archiviato” e che presto saranno “liberati” perché “Trump è il presidente”. Tristan invece ha rivendicato il loro peso nella rielezione di Trump.
“Milioni di giovani uomini in Europa e negli Stati Uniti hanno un sano approccio di destra che NON avrebbero se Andrew Tate non fosse mai apparso sui loro schermi”, ha scritto su X. “Il suo ruolo in tutto ciò non può essere ignorato. Ha letteralmente CRESCIUTO una generazione di repubblicani”.
Secondo il giornalista Matt Shea, autore di due documentari e di un libro sull’influencer, “Tate e Trump hanno molto in comune, ed entrambi possono trarre beneficio l’uno dall’altro”.
Tanto per cominciare, il 47esimo presidente è stato ripetutamente accusato di violenze sessuali da decine di donne. Anche diversi esponenti della sua amministrazione e della maggioranza repubblicana – come il segretario alla difesa Pete Hegseth – hanno commesso abusi nei confronti delle donne, incluse le minorenni.
Il fatto che siano al potere, ha sottolineato Michelle Goldberg sul New York Times, è il segno che “i loro valori ora sono dominanti: potere, aggressività, gerarchia e culto del leader. Tate condivide questi valori”.
I Tate sono poi a tutti gli effetti dei propagandisti trumpiani, e dunque delle pedine importanti nella strategia bannoniana di “sommergere di merda” i media.
All’inizio di febbraio, ad esempio, Tristan Tate ha paventato il coinvolgimento di USAID – l’agenzia per gli aiuti internazionali che Musk e Trump vogliono chiudere – nell’inchiesta a loro carico. La speculazione complottista è stata subito ripresa dall’inviato speciale Richard Grenell, che su X ha parlato di “programmi USAID usati come arma contro personalità e politici non woke”.
Qualche giorno dopo, Andrew Tate è arrivato a scrivere su X che il loro arresto è stato ordinato da Joe Biden con la complicità di USAID e del ministero dell’interno britannico. “Vogliono farmi fuori per i miei tweet”, ha scritto, “visto che nessuna delle accuse che mi sono state rivolte è vera”.
Infine, i fratelli Tate potrebbero tornare utili anche in un’ottica di politica attiva. Lo scorso gennaio hanno lanciato un loro partito – il Bruv Party (bruv è l’equivalente britannico di bro) – con cui intendono “ripristinare l’orgoglio di una nazione sotto assedio”.
L’annuncio ha prontamente incassato l’appoggio di Elon Musk, che negli ultimi mesi ha interferito pesantemente nella politica interna britannica ed è alla ricerca di un suo emissario nel Regno Unito.
E per quanto sia improbabile che Tate si candidi per davvero, ormai dovremmo saperlo bene: in questo momento storico, nulla è impossibile.
Articoli e cose notevoli che ho visto in giro
Che fine ha fatto QAnon? Anche se il movimento sembra essersi eclissato, in realtà è pienamente inscritto nel DNA dell’amministrazione trumpiana (Julian Feld, Jacobin)
Trump e Musk hanno rilanciato una vecchia teoria del complotto sulla presunta sparizione dell’oro a Fort Knox, che ovviamente è ancora lì (Jeanine Santucci, USA Today)
Con la nomina di Kennedy Jr. alla salute statunitense ora il movimento antivaccinista è al potere, e le ricadute saranno globali (Guy Chazan, Financial Times)
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Grazie per la disanima. Dire che sono preoccupata è poco 🥲