Il complotto contro l'Italia
In appena un anno, il governo Meloni ha evocato complotti di ogni tipo – dai migranti fino al cibo, passando per le immancabili “toghe rosse”.
Benvenute e benvenuti alla puntata #62 di COMPLOTTI!, la newsletter sulle teorie del complotto che ti porta dentro la tana del Bianconiglio.
Cosa succede quando un governo è composto da persone che per anni hanno rilanciato teorie del complotto di ogni tipo? Be’, succede quello che stiamo vedendo in Italia: il complottismo al potere.
Prima di partire, una comunicazione di servizio: il 7 ottobre sarò a Pisa all’Internet Festival per parlare in questo panel. Ricordo poi che nelle storie del mio profilo Instagram c’è la rassegna stampa aggiornata di Complotti!. Il libro si può acquistare dal sito di minimum fax, in libreria e negli store online.
Il complottismo al potere
Dopo aver varcato trionfalmente le soglie di Palazzo Chigi, Giorgia Meloni ha promesso che nulla – ma proprio nulla – sarebbe stato come prima.
Tanto per cominciare, i tecnocrati imposti da Bruxelles sarebbero stati cacciati dal tempio. La pacchia per migranti e invasori sarebbe finita. La sinistra non avrebbe più avuto mano libera nel censurare le opinioni contrarie al pensiero unico. E chi ha dovuto “abbassare la testa” per le proprie idee, ora avrebbe potuto rialzarla con fierezza.
Insomma: la Nazione sarebbe finalmente tornata a contare qualcosa sul globo terracqueo.
A un anno di distanza, tuttavia, le cose non stanno andando per il verso auspicato. Tra inflazione, rincari generalizzati, tensioni geopolitiche, guerra in Ucraina, flussi migratori in aumento, spread in crescita e margini ristrettissimi per la manovra economica, il governo si trova costretto ad affrontare diverse crisi intrecciate tra loro.
Per nessuna di queste esiste una soluzione semplice. C’è però un modo di aggirare il problema: adoperare strategicamente il complottismo, evocando complotti a tutto spiano.
Che è esattamente ciò che fanno su base sistematica la presidente del consiglio, gli esponenti della maggioranza e i media di destra.
In occasione del suo primo anniversario, qui di seguito ho messo in fila tutte le migliori cospirazioni ordite contro il governo Meloni.
Il complotto tedesco per invaderci
Non si può che partire dal complotto sull’invasione dei migranti. Parliamo di un autentico sempreverde, buono per tutte le stagioni – sia all’opposizione, che all’esecutivo.
Dopo un periodo di inusuale silenzio da parte di Meloni e Salvini, nelle ultime settimane l’escalation sul tema è stata incontenibile. Di fronte agli sbarchi a Lampedusa, il segretario leghista ha parlato di un “atto di guerra” contro l’Italia, dicendosi convinto dell’esistenza di “una regia dietro a questo esodo”.
A fargli eco è arrivato il suo vice Andrea Crippa, che ha persino rincarato la dose. In un’intervista su Affari Italiani, il deputato della Lega ha spiegato che “l’immigrato africano” è più “funzionale al disegno” di “mescolare il più possibile per diluire la nostra identità” (ma su questo ci torno più avanti) e abbassare i salari dei giovani per “creare tensione sociale”.
Questo diabolico piano, ha rivelato Crippa, è orchestrato dalla Germania - sua nella veste di eterno paese nazista.
“Ottant’anni fa il governo tedesco decise di invadere gli stati con l’esercito ma gli andò male”, afferma il deputato, “ora finanziano l’invasione dei clandestini per destabilizzare i governi che non piacciono ai social-democratici”. A tal proposito, secondo il quotidiano Libero, il cancelliere Olaf Scholz sarebbe addirittura a capo di una “flotta di scafisti” che traghettano migranti verso l’Italia.
Inutile dire che il governo tedesco non l’ha presa benissimo.
Il complotto dello spread
Strettamente legato al complotto dell’invasione c’è il complotto dello spread, il famigerato differenziale tra i tassi di interesse dei titoli di stato tedeschi e quelli italiani.
Da fine agosto è in costante risalita, arrivando anche a superare i 200 punti base. L’aumento è dovuto a un mix di fattori – tra cui alcune tendenze internazionali e le scelte azzardate dell’esecutivo, tipo quella di fare più debito.
Ma per la maggioranza di destra c’è una spiegazione più tranchant: è colpa delle trame di oscuri potentati internazionali, capeggiati (ancora una volta) dalla Germania.
“A Berlino fanno di tutto per mettere in difficoltà il governo italiano nella speranza di farlo cadere”, ha sentenziato Andrea Crippa nell’intervista citata in predecenza.
Il ministro della difesa Guido Crosetto ha invece puntato il dito contro i “molti” che “stanno tifando a favore di un rialzo dello spread […] per poter mettere in discussione il governo e stravolgere, nuovamente, la volontà popolare”.
Il riferimento non troppo velato è all’(inesistente) “complotto” che avrebbe fatto dimettere Silvio Berlusconi nel 2011.
Un complotto che è stato rispolverato anche dalla presidente del consiglio, che a margine di un vertice a Malta ha rivelato la scomoda verità: “i soliti noti” – che tanto soliti non sono, visto che non si sa chi siano – “vorrebbero il governo tecnico, e la sinistra ha già la lista ministri”.
Il complotto per sostituire l’etnia italiana
Quando non sono intenti a rovesciare il governo e preparare una lista alternativa di ministri, i “soliti noti” cercano subdolamente di “sostituire” la razza italica – ehm, l’etnia – come aveva già avvertito Andrea Crippa.
Di questo ne è profondamente convinto il ministro per l’agricoltura Francesco Lollobrigida. Parlando a un convegno nell’aprile del 2023, il cognato di Giorgia Meloni aveva detto che “non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica: gli italiani fanno meno figli, quindi li sostituiamo con qualcun altro. Non è quella la strada".
Incalzato dalle polemiche per aver tirato in ballo una teoria del complotto razzista, Lollobrigida si era difeso così: "Non credo sia corretto definirmi ignorante perché fino a ieri non sapevo chi fosse il signor Kalergi. Ho letto molto nella vita, ma non perdo tempo con folli e complottisti a cui la sinistra dedica molta attenzione".
Molto meno scalpore, invece, hanno destato alcune frasi contenute nell’ultimo libro-intervista di Giorgia Meloni – una habitué della “sostituzione etnica”.
Per la presidente del consiglio, infatti, le “grandi concentrazioni economiche” (che includono ricchi finanzieri ebrei come George Soros) favoriscono l’immigrazione africana perché “è funzionale al disegno del cosiddetto melting pot, cioè di mescolare il più possibile per diluire”.
E non solo: questo tipo di migrazione serve anche a “snaturare l’identità delle nazioni e rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori”, perché “non avendo territori e confini per vivere, [gli ebrei le grandi concentrazioni economiche] hanno necessità di standardizzare usi e costumi e renderli transnazionali”.
Il complotto contro la cucina italiana
I tentativi di smantellare l’identità italiana non si limitano alla cultura; passano anche per uno dei suoi tratti più distintivi, il cibo.
Secondo Meloni, Salvini & co., l’Unione Europea vorrebbe toglierci il vino e costringerci a mangiare insetti e “bistecche sintetiche”.
La presidente del consiglio, ad esempio, ha promesso di difendere “il vino, la carne, i salumi” dagli attacchi di “quelli che ci vogliono far mangiare la polvere di cavalletta”. Il segretario della Lega se l’è presa invece con la “polvere di grillo” che “qualcuno in Europa ha piacere a mangiare” mentre lui preferisce “i sapori e i profumi della nostra terra.”
Dal canto suo, Lollobrigida ha garantito che “finché saremo al governo sulle tavole degli italiani non arriveranno cibi creati in laboratorio”. E si è spinto pure oltre, facendo approvare una legge che vieta una cosa che ancora non esiste in Italia.
Il ferocissimo “attacco alla dieta mediterranea e alle nostre tradizioni”, come l’hanno definito gli intellettuali della destra meloniana, ha però raggiunto l’apice quando il Financial Times ha intervistato Alberto Grandi.
Il docente dell’università di Parma si è limitato a ripetere ciò che aveva già scritto in un libro e detto in un podcast – ossia che gran parte delle nostre tradizioni culinarie sono state inventate. Ma questa volta, il governo lo ha subito smascherato: Grandi avrebbe agito per conto dei “soliti noti” per ostacolare la candidatura della cucina italiana a patrimonio Unesco.
Il complotto delle toghe rosse
Poteva mancare uno dei più grandi classici della paranoia destrorsa italiana – le temibili toghe rosse? Certo che no.
Il primo colpo è stato sferrato con l’indagine per falso in bilancio nei confronti della ministra del turismo Daniela Santanché. Meloni l’ha prontamente bollato come un tentativo di “alzare lo scontro”, portato avanti da “un certo potere costituito” che “spera di poter mettere in discussione il governo”. Un tentativo che, aveva assicurato la presidente di Fratelli d’Italia, “non arriverà in porto”.
Ma quello era solo un antipasto.
Il 30 settembre il tribunale di Catania ha giudicato sostanzialmente illegittimo il cosiddetto “decreto Cutro” – soprattutto la parte sulle espulsioni accelerate – e il decreto attuato che chiede ai migranti la “cauzione” di 5000 euro per non finire nei centri di detenzione amministrativa.
Ecco: per il governo si è trattato di un vero e proprio agguato, da punire con una bella “riforma sulla giustizia” – qualunque cosa voglia dire.
I giornali di destra si sono poi scatenati: Libero ha parlato di “scafisti in toga” e di “magistrati legislatori abusivi”; Il Giornale ha scritto che “i magistrati ci riprovano”; e per La Verità i giudici hanno messo il “turbo sui migranti”, respingendo “i piani del governo”.
Le maledette toghe rosse, insomma, sono tornate a complottare alla grande.
Il complotto contro la Nazione
Al di là dei singoli episodi, Fratelli d’Italia sa di dover fronteggiare un attacco molto più capillare ed esteso. O almeno, questo è ciò che ha detto il deputato Giovanni Donzelli – uno dei fedelissimi di Meloni – in un’intervista al Corriere della Sera.
“Ci sembra evidente come oggi, ora che finalmente torna la politica, con un nuovo assetto di stampo conservatore di centrodestra, si assista a una forte reazione,” ha spiegato.
Ma di chi sarebbe questa reazione? Be’, dice, “dei tanti che in anni di sospensione della politica si erano presi posizione di potere, approfittando di vuoti” – cioè “lobbisti, gruppi di pressione economici potenti, tanti che hanno occupato spazi di potere”.
A noi però, ha chiosato Donzelli, “non interessa il potere per il potere, ma il bene della Nazione”; per questo “facciamo paura”.
E per questo, i “soliti noti” hanno imbastito un complotto perenne.
Un complotto contro l’Italia, per l’appunto – dove “l’Italia” coincide in tutto e per tutto con Giorgia Meloni e il suo esecutivo.
Articoli e cose notevoli che ho visto in giro
Un bel reportage sul culto qanonista che aspetta il ritorno in vita di John Fitzgerald Kennedy (Donie O'Sullivan, CNN)
È uscito un libro che spiega l’ossessione centenaria dei complottisti per la famiglia Rothschild (The Economist)
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