Fuoco al siero
Mentre è in corso una delicata campagna vaccinale di massa, alcune frange dei movimenti “riduzionisti” della pandemia stanno cercando di sabotarla – anche attraverso la violenza.
Benvenute e benvenuti alla puntata #19 di COMPLOTTI!, la newsletter sulle teorie delle complotto che ti porta dentro la tana del Bianconiglio.
La settimana scorsa avevo parlato della perversa appropriazione della simbologia dell’Olocausto, e anche oggi farò un approfondimento sui movimenti “riduzionisti” della pandemia.
In particolare, visto che ormai anche l’Italia ne è interessata, mi concentro su quello che probabilmente è il suo aspetto più oscuro: l’uso della violenza e i tentativi di sabotare la campagna vaccinale anti-Covid in corso.
Due tranquilli antivaccinisti di provincia
Poco prima delle sei di mattina del 3 aprile 2021, due uomini sono fermi ad una pompa di benzina a Brescia. Le telecamere di sorveglianza li riprendono mentre armeggiano con due bottiglie, riempiendole di carburante.
Poi si recano all’hub vaccinale di via Morelli e lanciano le molotov. Una non va a segno e si infrange per terra; l’altra colpisce uno dei teloni che fanno da parete all'area mensa.
Per gli inquirenti, giunti tempestivamente sul posto, l’incendio non si è propagato all’intero padiglione solo per cause fortuite. Ma era, continuano, “potenzialmente idoneo a causare danni devastanti alla struttura nella quale erano stoccate diverse centinaia di dosi di vaccino [e] avrebbe potuto ripercuotersi negativamente sulla campagna anti vaccinale anti COVID-19”.
Dopo circa un mese di indagini, il primo maggio i carabinieri del Ros risalgono all’identità degli autori del gesto e li arrestano con accuse molto pesanti: atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi, nonché porto e detenzione di armi da guerra.
I due si chiamano Paolo Pluda e Nicola Zanardelli. Hanno rispettivamente 52 e 51 anni e sono incensurati. Dall’analisi dei loro profili social emerge inequivocabilmente come fossero finiti dentro un vorticoso gorgo di teorie del complotto politiche e antivaccinali.
Pluda, ad esempio, aveva partecipato lo scorso 27 febbraio ad una manifestazione a Verona organizzata dal movimento 3V (Vogliamo la Verità sui Vaccini), indossando un cartello che recitava “Stop dittatura sanitaria e finanziaria”. All’evento era presente anche la deputata Sara Cunial, che nel corso della pandemia è diventata a tutti gli effetti la madrina del movimento anti-restrizioni italiano.
Su Facebook l’uomo sosteneva che “non mi vaccino, non sono una cavia, basta restrizioni inutili, basta prese per il culo, è ora di tornare a vivere”. Poco prima di scagliare la bottiglia incendiaria ha pubblicato questo status:
Se vogliamo distruggere il nemico dobbiamo usare la stessa arma, “la paura”, e la loro paura è la nostra unione. Non ci sono altre soluzioni.
Tredici giorni dopo il gesto, Pluda è tornato davanti al centro vaccinale e ha inviato un messaggio audio (intercettato dalle forze dell’ordine) in cui diceva che “bisogna proprio accendere una stufa” e che “la pandemia è una fesseria”, perché “se non guardi la tv il Covid non esiste più”.
Anche Zanardelli, dal canto suo, era convinto che “la pandemia non esiste” e “il vaccino è una inculata”. In altri post su Facebook chiedeva l’arresto per “strage” del ministro della salute Roberto Speranza e diceva che “il genocidio di Bergamo” è una montatura, visto che al massimo si può parlare di “una influenza stagionale spacciata per pandemia”.
Per gli inquirenti, a ogni modo, l’obiettivo dei due era chiarissimo: “bloccare e sabotare la campagna vaccinale in corso”, intimidendo la popolazione e alimentando un “clima d’incertezza” per “reiterare nel breve termine ulteriori azioni violente e di danneggiamento”.
Nel commentare gli arresti, il procuratore di Brescia Francesco Prete ha aggiunto anche un elemento in più sul contesto ideologico dell’azione. “Sono soggetti vicini ad una destra anomala,” ha dichiarato, “non inquadrabile in schieramenti già noti”.
La resistenza alla “dittatura sanitaria”
Per certi versi, ha detto più di un anno fa la ricercatrice Tijana Cvjetićanin a Politico, la pandemia è stata “un sogno che si realizza per i gruppo d’odio e i venditori di ‘rimedi miracolosi’, nonché per tutto quello che c’è in mezzo a questi due poli”.
L’angoscia e la paura generate dalla pandemia e dalle restrizioni sono state immediatamente sfruttate da movimenti pre-esistenti, che vi hanno scorto una grande opportunità di amplificare i propri messaggi e reclutare nuovi membri.
È dai primi lockdown, infatti, che ha preso piede la cosiddetta “singolarità complottista” – cioè la fusione di comunità complottiste ed estremiste molto eterogenee tra loro, in grado di creare un “melting post cospirazionista molto denso” in cui l’opposizione a presunte “dittature sanitarie” si mescola alle teorie su virus inesistenti e/o creati in laboratorio per distruggere l’economia e i diritti civili.
Il fenomeno è stato particolarmente visibile in alcuni paesi – in primis negli Stati Uniti. A partire dalla primavera del 2020, le manifestazioni che pretendevano le riaperture sono state partecipate da estremisti di destra (tra cui i Boogaloo Boys e gli “accelerazionisti”), antivaccinisti, libertari, sostenitori dell’ex presidente Trump, seguaci di QAnon e complottisti vari.
Non sono mancati nemmeno episodi inquietanti. In uno di questi, avvenuto nel dicembre del 2020, l’infermiere Steven Brandenburg ha cercato di distruggere 500 dosi del vaccino anti-Covid di Moderna perché pensava che fossero “pericolose” e potessero alterare il Dna delle persone (una teoria, ovviamente falsa, molto in voga tra gli antivaccinisti).
In un altro, più recente, lo scienziato Peter Hotez è stato doxxato (nel senso che sono stati pubblicati i suoi contatti privati) dal sito complottista Natural News e ha ricevuto migliaia di molestie online – con tanto di paragoni con i gerarchi nazisti e Mengele, foto di impiccagioni e minacce di morte.
Una dinamica simile a quella statunitense si è diffusa anche in diversi paesi europei, su tutti la Germania. Il movimento Querdenken 711 (“Pensiero laterale”), fondato dall’imprenditore Michael Ballweg e organizzatore di numerose marce anti-lockdown, ha coagulato intorno a sé diversi elementi dello spettro politico – dai neonazisti fino ai Reichsbürger, passando per elementi della sinistra radicale e membri della destra populista di Alternative für Deutschland.
Questa confluenza ha preoccupato non poco le autorità tedesche. Oltre alla crescente aggressività mostrata nelle manifestazioni – tra cui quella dell’agosto del 2020 a Berlino, dove c’è stato un tentativo di assedio del Reichstag – lo scorso ottobre sono state lanciate delle molotov contro l’Istituto Robert Koch, l’organizzazione governativa che si occupa del controllo e la prevenzione delle malattie infettive in Germania.
A gennaio del 2021, il ministro dell’interno ha dichiarato che c’è il “concreto rischio” di attacchi a centri vaccinali. Uno dei volti più noti del movimento anti-lockdown tedesco, l’ex chef antisemita e complottista Attila Hildmann, ha scritto sul suo canale Telegram che “le siringhe [dei vaccini] ricordano le bombe di Dresda” e incitato i suoi seguaci a “ribellarsi contro questa ingiustizia”.
Alla fine di aprile, i servizi di sicurezza interna hanno annunciato la decisione di mettere sotto sorveglianza Querdenken, nella convinzione che ormai sia pesantemente infiltrato dall’estrema destra e rappresenti una “minaccia per la sicurezza dello stato”.
In Olanda, paese in cui la situazione si è fatta parecchio tesa negli ultimi mesi, di attacchi a hub vaccinali e centri per i tamponi ce ne sono stati più di uno. A gennaio, l’imposizione del coprifuoco ha provocato tre giorni di manifestazioni violente in varie città – al punto che le forze dell’ordine l’hanno descritta come “la peggiore rivolta degli ultimi quarant’anni”.
A Urk, una cittadina a 80 chilometri da Amsterdam, decine di manifestanti hanno dato fuoco ad un tendone dove si eseguivano i test per il coronavirus. La notte del 3 marzo 2021, a Bovenkarspel (piccolo centro a nord di Amsterdam) un altro centro tamponi è stato danneggiato da una bomba artigianale.
Ad aprile, la polizia ha arrestato un 37enne che stava per far saltare in aria un centro vaccinale allestito nel municipio di Den Helder (città nel nord dell’Olanda). L’uomo “voleva sabotare una cruciale iniziativa governativa, quella della campagna vaccinale”, hanno spiegato gli inquirenti, con pesanti ripercussioni sulla sanità pubblica: “meno persone si vaccinano, più il virus miete vittime”.
E ancora: a Vancouver, in Canada, nel gennaio del 2021 circa venti persone affiliate alla rete di milizie di estrema destra People’s Rights hanno invaso il pronto soccorso del Legacy Salmon Creek Medical Center per “liberare” una donna che aveva rifiutato di sottoporsi al tampone molecolare, ed era stata tenuta in quarantena a titolo precauzionale.
Alcuni membri della milizia erano armati; l’ospedale è stato temporaneamente chiuso per permettere alle forze dell’ordine di intervenire. L’incidente è stato trasmesso in diretta sul canale YouTube dell’estremista statunitense Ammon Bundy, salito all’onore delle cronache nel 2016 con l’occupazione del Malheur Wildlife Refuge in Oregon.
Bundy, che nell’ultimo anno e mezzo è stato fermato più volte per aver violato le disposizioni anti-Covid, ultimamente ha partecipato alla cosiddetta “notte della libertà” nel deserto dello Utah – un evento organizzato da gruppi antivaccinisti e no-mask in cui è stata bruciata un’enorme siringa con la scritta “Tirannia medica”.
Violenza stocastica
Ora, non va dimenticato che l’opposizione ai vaccini esiste da quando esistono i vaccini. E anche nel passato si sono verificati atti di violenza contro le istituzioni politiche e sanitarie.
Nel settembre del 1885, ad esempio, a Montréal (in Canada) era scoppiata una gigantesca rivolta contro la campagna vaccinale per il vaiolo – resasi necessaria a fronte di un’epidemia fuori controllo.
Il 28 settembre, dopo l’imposizione dell’obbligo vaccinale, la folla ha iniziato ad attaccare e distruggere centri medici, farmacie, abitazioni di funzionari della sanità pubblica e persino la questura. Nei tumulti è stato quasi linciato il capo della polizia. Le forze dell’ordine sono riuscite a disperdere i manifestanti dopo ore di scontri pesantissimi, in cui sono state usate anche le armi da fuoco.
Naturalmente, episodi del genere hanno il loro valore di precedenti storici ma non sono comparabili con quelli di adesso. Il movimento antivaccinale del Ventunesimo secolo – per quanto rimanga comunque confinato in una minoranza della società – è decisamente più raffinato, si insinua tra le pieghe della sfiducia nei confronti delle istituzioni e sfrutta appieno i mezzi della modernità
Secondo un rapporto del Center for Countering Digital Hate (Ccdh), la gran parte della disinformazione vaccinale attualmente in circolazione è prodotta da appena dodici persone – i cui messaggi circolano sui social per poi venire rilanciati da figure non necessariamente complottiste, tra cui gli host di trasmissioni televisive molto seguite (un esempio recente e molto controverso ha riguardato Tucker Carlson di Fox News).
Come ha scritto la ricercatrice Renée DiResta su The Atlantic, a differenza delle autorità sanitarie questi “influencer antivaccinisti” si muovono a proprio agio nell’ecosistema social-mediatico e capiscono “come guadagnare la fiducia di persone che non incontreranno mai, creare contenuti che catturano l’attenzione, e spingere il loro pubblico ad agire”.
È proprio quest’ultimo punto ad essere il più insidioso, visto che secondo diversi analisti rientra nel modello della “violenza stocastica”. Questa formula, si legge in un articolo della rivista Mother Jones sul tema, indica un “metodo di incitamento politico che provoca atti casuali di violenza estremista, in cui l’istigatore usa una retorica sufficientemente ambigua per potersene poi successivamente distaccare”.
Insomma: un certo tipo di retorica antivaccinista ed estremista non è necessariamente violenta, ma può aprire uno spiraglio – anche minimo – per atti violenti.
Dopotutto, se una persona è fermamente convinta che ci sia davvero una “dittatura sanitaria” che toglie le libertà fondamentali e inietta farmaci letali a fini malevoli, allora opporsi ad essa diventa una questione di vita o di morte.
E di fronte a una minaccia del genere, ogni tipo di reazione diventa plausibile e dunque legittima.
Articoli e cose notevoli che ho visto questa settimana:
Un’approfondita inchiesta sulla Modern Mystery School, una bizzarra setta “spirituale” piena di strani rituali, violenze sessuali e truffe finanziarie (Mark Wilding, VICE)
Le origini della teoria del complotto sulla “grande sostituzione etnica” vanno rintracciate anche nella guerra civile jugoslava degli anni ’90 (Jasmin Mujanović, Newlines Magazine)
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