Gli alieni sono ariani
I miti su “antiche civiltà” e alieni spesso nascondono razzismo, suprematismo bianco e negazionismo climatico.
Benvenute e benvenuti alla puntata #93 di COMPLOTTI!, la newsletter che ti porta dentro la tana del Bianconiglio.
Sono sicuro che chiunque, almeno una volta nella vita, è rimasto affascinato dalle teorie sulle “antiche civiltà” scomparse, tipo Atlantide; o quanto meno ne ha sentito parlare. Forse ne sentirete parlare pure al pranzo di Natale (a proposito: auguri in anticipo!). Oggi mi occuperò proprio di questi miti che sembrano innocui, ma in realtà non lo sono mica tanto.
Prima di partire, ricordo che è uscito il mio ultimo saggio Le prime gocce della tempesta. Si può acquistare nelle librerie (quelle indipendenti sono sempre da preferire) e nei negozi online. Sul mio profilo Instagram trovate una rassegna stampa aggiornata e le date delle presentazioni, che aggiorno man mano.
Segnalo inoltre che ho iniziato a sperimentare anche con i video-essay, ossia analisi più lunghe e dettagliate in video orizzontali. Il primo si può trovare sul mio canale YouTube, che ovviamente per ora è ancora piccolo.
Civiltà scomparse
All’alba dei tempi il mondo era dominato da una singola civiltà, che non aveva nulla da invidiare alla nostra sotto l’aspetto culturale, sociale e tecnologico.
Anzi: era persino più evoluta di noi.
All’improvviso, però, quella gloriosa società è stata spazzata via da un immenso cataclisma naturale. Fortunatamente qualcuno è riuscito a sopravvivere al disastro, tramandando il proprio sapere e lasciandoci maestose opere architettoniche.
Tracce di questa civiltà superiore – proveniente da mondi extraterrestri – si possono trovare nelle piramidi in Egitto o in Bosnia; nei Teocalli (le piramidi mesoamericane) in Messico; nelle linee di Nazca in Perù; nel sito di Stonehenge nel Regno Unito; nel tempo di Göbekli Tepe in Turchia; nelle rovine di Grande Zimbabwe in Zimbabwe; e in tante altre parti del mondo.
O almeno, questo è ciò che sostengono le innumerevoli teorie e leggende sulle cosiddette “antiche civiltà”.
I nomi sono tanti: Atlantide, Iperborea, Thule, Lemuria, Tartaria – e chi più ne ha, ne metta. Si tratta infatti di uno dei filoni complottisti più floridi di sempre, oggetto di un numero incalcolabile di libri, trasmissioni televisive, film, documentari, videogiochi, serie su Netflix e video virali su TikTok.
Una tale popolarità è dovuta al loro carattere onnicomprensivo: mescolano elementi dell’ufologia con la fantascienza e varie pseudoscienze, tra cui la pseudoarcheologia e la pseudoarchitettura.
Come fanno tutte le teorie del complotto, anche queste partono da dati incontrovertibile di realtà: le piramidi, ad esempio, esistono veramente e nessuno può negarlo.
Il problema, piuttosto, sta nell’interpretazione. Sulla rivista Query del Cicap, Andrea Ferrero ha sottolineato che “i fantarcheologi descrivono immagini reali, che però fanno parte di una cultura a loro estranea”.
La mancata conoscenza dei contesti religiosi, artistici e storici delle culture che hanno realizzato queste opere “ci dice molto di più su quello che sta nella loro testa [degli pseudoarcheologi] piuttosto che in quella degli antichi artisti che le produssero”.
Le speculazioni, infatti, non riguardano mai l’antica Roma o l’antica Grecia. Nessuno, per intenderci, sostiene che il Colosseo è stato costruito da alieni alti 12 metri.
Ma riguardano sempre – ha spiegato la ricercatrice Stephanie Halmhofer in un articolo sul sito Sapiens – “le popolazioni nere, indigene e di colore”, alle quali viene retroattivamente negata la capacità di produrre costruzioni complesse.
Capacità che invece avevano eccome, stando alle moderne scoperte archeologiche.
Per quanto possano sembrare innocui e affascinanti, i miti sulle civiltà perdute nascondono dunque un lato oscuro fatto di razzismo, estremismo e – nella loro versione più recente – negazionismo climatico.
Suprematismo in salsa ariana
Se si gratta appena la patina della curiosità, la pseudoarcheologia è un concentrato di etnocentrismo europeo, razzismo biologico, colonialismo e suprematismo bianco.
In altre parole, le “antiche civiltà superiori” sarebbero un’allegoria – nemmeno troppo velata – della “razza bianca”.
E non è affatto un caso che il regime nazista abbia incorporato alcune leggende su queste civiltà nella propria ideologia politica.
Nel 1935 il capo delle SS Heinrich Himmler aveva creato un’unità speciale, la Ahnenerbe (“Eredità ancestrale”), con il preciso compito di trovare una conferma “scientifica” alle teorie razziste del Terzo Reich.
Una di queste sosteneva che gli ariani (cioè i nazisti) erano i discendenti diretti degli abitanti di Atlantide, rifugiatisi sulle montagne dell’Himalaya dopo la sommersione della città-stato.
Himmler era un accanito fautore di questa teoria e pensava che gli “ariani di Atlantide” esistessero davvero. Nel 1938 arrivò addirittura a organizzare una spedizione segreta in Tibet a cui presero parte cinque uomini, che fu però interrotta nel 1939 con lo scoppio della Seconda guerra mondiale.
Vennero anche effettuati diversi viaggi in Italia tra Bolzano, la Calabria e in Val Camonica. Qui l’archeologo Franz Altheim e la fotografa Erika Trautmann, che erano sposati, dissero di aver trovato “rune nordiche” incise sulla roccia; la “scoperta” venne usata per sostenere falsamente che i fondatori dell’antica Roma erano ariani.
L’epopea dell’Ahnenerbe ha ispirato diversi film famosi, tra cui Sette anni in Tibet e soprattutto I predatori dell’arca perduta – il primo capitolo della saga cinematografica di Indiana Jones, dove i nazisti sono alla ricerca dell’Arca dell’Alleanza. I tedeschi sono poi comparsi anche nei videogiochi di Indy, tra cui Indiana Jones and the Fate of Atlantis del 1992 e il recentissimo Indiana Jones and the Great Circle.
La forma contemporanea delle teorie sulle antiche civiltà – quella arricchita con gli elementi ufologici e gli alieni – risale invece agli anni Sessanta del secolo scorso.
Nel 1968 esce il libro Erinnerungen an die Zukunft ( Gli extraterrestri torneranno), in cui lo scrittore svizzero Erich von Däniken afferma che le piramidi – e altre grandi opere dell’antichità – sarebbero state costruite da fantomatici “astronauti alieni” in visita sulla Terra.
La prima edizione viene pubblicata in Germania, ma è la traduzione in inglese che lo fa diventare un bestseller: a oggi quel libro ha venduto più di sette milioni di copie in tutto il mondo.
Una spinta decisiva al suo successo, ha ricostruito la professoressa di storia Sarah Bond sul sito Hyperallergic, è arrivata dai tabloid e dagli adattamenti televisivi (con un cast rigorosamente composto di soli maschi bianchi).
I media, argomenta Bond, hanno però totalmente ignorato l’ideologia razzista di von Däniken, emersa in modo plateale in varie dichiarazioni e in altri libri.
Tra le varie cose, lo scrittore svizzero ha scritto che “i ne*gri hanno il ritmo nel sangue” e che “la razza nera è stata un fallimento” degli extraterrestri (che, per l’appunto, sarebbero stati in grado di creare le “razze umane”).
Negli Stati Uniti – si legge in un articolo del giornalista Alexander Zaitchik sul sito del Southern Poverty Law Center – il principale veicolo di diffusione di queste teorie è stata la televisione, in particolare la rete History Channel. In alcuni programmi sono stati persino usati testi curati da Frank Collin, fondatore del National Socialist Party of America, ossia il Partito Nazional Socialista Americano.
Per il ricercatore indipendente Jason Colavito, intervistato sul tema da Zaitchik, questi programmi “indirizzano gli spettatori verso fonti estremiste e pseudo-accademiche”, con il risultato di “portare i più giovani a frequentare siti” neonazisti in cui le piramidi lasciano il posto “alle camere a gas e gli alieni vengono sostituiti dagli ebrei”.
La catastrofe che viene
Se il razzismo e il suprematismo bianco non fossero già abbastanza, negli ultimi tempi le teorie sulle antiche civiltà si sono fuse con il negazionismo climatico.
Anche in questo caso il punto di partenza è un oscuro libello pubblicato negli anni Sessanta, più precisamente nel 1963, intitolato The Adam and Eve Story (La storia di Adamo ed Eva, di cui avevo già parlato in questa puntata).
L’autore è lo statunitense Chan Thomas, un dipendente dell’azienda aerospaziale McDonnell Douglas con la passione – indovinate un po’? – per gli Ufo. La tesi centrale del testo è che ogni 6500 anni la Terra è sottoposta a devastanti inversioni del campo magnetico che causano terremoti, alluvioni, tsunami e altri disastri naturali.
Ciclicamente, dunque, una civiltà umana viene spazzata via a prescindere dal suo avanzamento tecnologico.
Il libro contiene altre tesi decisamente bizzarre. Secondo Thomas, ad esempio, il vero ruolo di Gesù Cristo era quello di studiare questi fenomeni. Per farlo si era specializzato in India, in un tempio gestito dalla popolazione Naga dove avrebbe vissuto segretamente per anni.
E non è finita qui: Cristo era pure in contatto con gli alieni, e dopo la crocifissione sarebbe stato portato via da una navicella spaziale.
Per decenni il testo è rimasto pressoché sconosciuto. È diventato noto soltanto nel 2013, quando una copia è comparse tra alcuni documenti declassificati dalla Cia.
Da allora si è guadagnato la nomea di “libro censurato dalla CIA” – una cosa non vera, visto che è stato pubblicato in varie edizioni nel corso degli anni – e ha conquistato ufologi, complottisti, youtuber, tiktoker e il podcaster più famoso e seguito del mondo: Joe Rogan.
Nell’episodio #1928 del suo podcast, andato in onda il 18 gennaio del 2023, uno degli ospiti è lo youtuber complottista Jimmy Corsetti, che prende per buona la teoria di Thomas e la racconta come se fosse una verità assoluta.
Ogni settemila anni – racconta Corsetti a un Rogan stupefatto e incuriosito – la Terra si rovescerebbe di 90 gradi, esponendosi al sole “in modo diretto”; in quella posizione i raggi provocherebbero il surriscaldamento e, a cascata, altri eventi catastrofici.
Dal momento che l’umanità finirà inevitabilmente in uno scenario del genere, Corsetti afferma che “dovremmo essere grati” di trovarci in un periodo in cui “si può vivere anche se fa caldo”. Rogan si dice d’accordo con lui, e aggiunge che “non è il riscaldamento globale a far paura, è il raffreddamento globale”.
Le affermazioni di Corsetti (e dunque di Thomas) non hanno però la minima base scientifica. Come ha spiegato la NASA sul proprio sito ufficiale, i campi magnetici della Terra sono in costante movimento e l’inversione dei poli non equivale al rovesciamento fisico del pianeta, come ha suggerito lo youtuber statunitense.
È un fenomeno reale, certo, ma che avviene molto lentamente: in 83 milioni di anni è avvenuta 183 volte, in modo del tutto impercettibile. Di sicuro, ribadisce la NASA, l’inversione dei poli non ha nulla a che vedere con il cambiamento climatico causato dall’uomo.
Ora: questa variante climatica delle teorie sulle antiche civiltà è particolarmente subdola perché rientra nell’iper-catastrofismo, ossia una delle nuove tattiche usate dal negazionismo.
Siccome il disastro è inevitabile e sfugge al nostro controllo, tanto vale disinteressarsi dell’emergenza in corso. Se non ce l’hanno fatta i superuomini ariani di Atlantide, figuriamoci i miseri esseri umani del Ventunesimo secolo.
In realtà – come ha ricordato il giornalista Ferdinando Cotugno in una puntata della newsletter A Fuoco – non è mai troppo tardi per intervenire con azioni di mitigazione e adattamento: conta ogni decimo di grado.
Siamo noi a scrivere il nostro futuro climatico, insomma. E non lo faremo di certo fantasticando su civiltà perdute, piramidi aliene o Gesù Cristo a bordo di un Ufo.
Articoli e cose notevoli che ho visto in giro
Nel New Jersey si è scatenato un panico di massa intorno a veri e presunti avvistamenti di droni, che a sua volta ha generato diverse teorie su Ufo e alieni (Ginia Bellafante, New York Times)
Trump vuole dipingersi come un protettore degli ebrei e di Israele, ma la sua prossima amministrazione sarà piena di gente che ha diffuso teorie antisemite (Jacopo Di Miceli, Facta)
Intanto va avanti il casting dell’orrore per il secondo mandato trumpiano: il prossimo direttore dei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie potrebbe essere Dave Weldon, uno che crede nella falsa correlazione tra vaccini e autismo (Lena H. Sun, Fenit Nirappil e Aaron Schaffer, Washington Post)
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