Monkeypocalipse Now!
L’epidemia di vaiolo delle scimmie ha scatenato la fantasia dei complottisti, che hanno attinto a un vasto repertorio già collaudato con il Covid-19.
Benvenute e benvenuti alla puntata #46 di COMPLOTTI!, la newsletter sulle teorie del complotto che ti porta dentro la tana del Bianconiglio.
Il rapporto tra malattie infettive e complottismo è molto stretto, e forse non lo è mai stato come negli ultimi due anni. Era pertanto inevitabile che l’aumento dei casi di vaiolo delle scimmie, e la conseguente attenzione mediatica, eccitasse i complottisti. Vediamo insieme quali sono le teorie più in voga, e che legami hanno con il Covid-19.
Prima di iniziare, un paio di comunicazioni di servizio. Il prossimo 18 giugno sarò a Milano per parlare di guerra e informazione al festival della scuola Belleville (“2084 – Storie dal futuro”) insieme alla giornalista Annalisa Camilli e a Nicolò Porcelluzzi della newsletter Medusa; il 19 sarò al Festival Biblico ad Ariano nel Polesine (Rovigo), a parlare di “fanatici dell’Apocalisse” con padre Guidalberto Bormolini.
Su Coda Story, un’ottima testata che ho citato spesso, c’è un’intervista (tra l’altro proprio sul vaiolo delle scimmie) all’interno della newsletter Infodemic curata dalla giornalista Alexandra Tyan. Come sempre, nelle storie del mio profilo Instagram c’è la rassegna stampa aggiornata di Complotti!. Il libro si può acquistare dal sito di minimum fax, in libreria e negli store online.
Bill Gates sapeva tutto, anche questa volta
Il complottismo cannibalizza l’attualità: se una notizia o un evento è sulle prime pagine, è pressoché automatico che spunteranno fuori una marea di teorie su quella notizia e quell’evento.
È un meccanismo che abbiamo visto all’opera più volte, specialmente negli ultimi tempi – dalle teorie del Covid-19 si è passati in fretta e furia a quelle sull’invasione russa dell’Ucraina, come avevo analizzato qualche puntata fa.
Ora, invece, siamo ritornati nel campo delle malattie infettive a causa del vaiolo delle scimmie (monkeypox in inglese). Si tratta di una malattia zoonotica causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo, ma è meno trasmissibile e meno grave di quest’ultimo. È stato scoperto per la prima volta nel 1958 nelle scimmie in un laboratorio danese, ed è diffuso tra primati e piccoli roditori.
La malattia è endemica in almeno undici paesi africani, e dal maggio di quest’anno è inaspettatamente comparsa anche al di fuori del continente. Secondo il sito Our World in Data, a oggi si sono registrati oltre 1300 casi in tutto il mondo.
La comunità scientifica sta ancora cercando di capire le cause di questa epidemia e ricostruirne i vari passaggi. Questo virus però non si trasmette così facilmente da uomo a uomo: serve un contatto stretto e prolungato. Non è contagioso come il Covid-19, insomma, e più in generale non ha nulla a che fare con la pandemia che è in corso da oltre due anni.
Eppure, quasi tutte le teorie sul vaiolo delle scimmie sono una copia carbone di quelle sul Covid-19 – e in alcuni casi si intrecciano pure con la disinformazione sul conflitto in Ucraina.
Del resto, le persone che le promuovono sono letteralmente le stesse: si va da complottisti professionisti come David Icke (l’inventore dei rettiliani) e il fondatore di Infowars Alex Jones, fino alla deputata qanonista Marjorie Taylor Greene, passando per diversi influencer antivaccinisti e siti-spazzatura.
Stando a un’analisi di Moustafa Ayad e Ciarán O’Connor pubblicata dall’Institute for Strategic Dialogue (Isd), le teorie sul vaiolo delle scimmie si concentrano soprattutto su tre aree tematiche: il tempismo, l’origine e i profittatori.
Per quanto riguarda la prima, l’epidemia sarebbe guardacaso scoppiata mentre l’Oms e gli stati membri stanno discutendo un “trattato pandemico” per controllare e gestire a livello globale future pandemie. Un’iniziativa del genere esiste sul serio, ed è anche auspicabile per evitare i disastri visti nelle prime fasi del Covid-19.
La teoria sostiene però che gli stati stiano cedendo la propria sovranità all’Oms, che avrebbe il potere di imporre lockdown, mascherine e altre misure “liberticide”. Naturalmente, non è così.
Sull’origine del vaiolo delle scimmie, invece, i luoghi del delitto sono i soliti: il laboratorio di Wuhan; i laboratori militari degli Stati Uniti (questo secondo alcuni influencer cinesi su Weibo); e persino i famigerati biolaboratori in Ucraina, gestiti da Stati Uniti e Nato.
Infine, ci sono quelli che approfittano della situazione: le case farmaceutiche in primis, pronte a (ri)vendere i vaccini anti-vaiolo e nascondere gli effetti avversi dei vaccini anti-Covid; e poi ovviamente Bill Gates, che come scriveva Marco Nurra su Valigia Blu è ormai diventato “il George Soros dei vaccini e della pandemia”.
Il fondatore di Microsoft non solo avrebbe previsto l’epidemia, esattamente come con il Covid-19, ma ha in qualche modo rilasciato il virus in combutta con le “élite corrotte” del “Grande Reset” e del “Nuovo Ordine Mondiale” per instaurare una “dittatura sanitaria” planetaria e trasformare la popolazione in un gregge di “pecore belanti”.
Le implicazioni razziste e omofobe delle teorie sul vaiolo delle scimmie
Oltre a ciò – e anche in questo caso le similitudini con il Covid-19 sono lampanti – il vaiolo delle scimmie è stato usato per veicolare odio razzista e omofobo.
La scelta di molti media occidentali (tra cui molti non complottisti) di usare solo immagini e video di persone nere è stata duratamente criticata da giornalisti africani, dal momento che rischia di far associare la malattia virale a chi la pelle nera.
La Foreign Press Association in Kenya, ad esempio, ha pubblicato un comunicato in cui stigmatizza “la riproposizione di stereotipi negativi che assegnano le calamità solo alle popolazione africane, mentre le altre godono di privilegi e immunità”.
La circostanza che i primi cluster si siano verificati tra persone LGBTQ+, inoltre, è stata cinicamente sfruttata da complottisti ed estremisti di destra.
L’ex giornalista del New York Times Alex Berenson, noto per aver rilanciato ogni tipo di disinformazione sul Covid-19, ha scritto sulla sua newsletter che il vaiolo delle scimmie serve a “coprire il fallimento dei vaccini a mRNA” e che si tratta di una “malattia omosessuale”:
Sei un uomo gay a cui piace fare sesso con altri uomini gay? Forse in una sauna? Magari con una botta di metanfetamina? No? Ne sei sicuro? Okay. Allora non devi preoccuparti del vaiolo delle scimmie.
Su Natural News – un sito complottista e antivaccinista – è stato pubblicato un articolo in cui legge che il vaiolo delle scimmie è causato dalle “disgustose pratiche sessuali” dei gay e che “il rischio per il mondo è virtualmente zero”. Si tratta dunque dell’ennesima “isteria mediatica” volta a terrorizzare la gente e costringerla ad accettare “l’inevitabile vaccino anti-vaiolo delle scimmie”.
In sostanza, come ha detto su Twitter l’epidemiologo Gregg Gonsalves, siamo di fronte all’unione tra “la politica pandemica di estrema destra e l’omofobia”.
Per certi versi, infatti, è qualcosa di paragonabile allo stigma dell’Aids negli anni Ottanta – con l’aggiunta di affermazioni assurde sul Covid-19, che già si erano fuse con la disinformazione sul virus dell’Hiv.
I vaccini anti-Covid a mRNA sono stati accusati (in maniera del tutto infondata) di causare un’inesistente malattia chiamata “Vaids”, ossia la “sindrome da immunodeficienza acquisita da vaccino.” In base a questa teoria il vaiolo delle scimmie non sarebbe nemmeno una vera e propria malattia, ma – tenetevi forte – una conseguenza della Vaids e dell’indebolimento del sistema immunitario.
(Questa teoria è presa per buona dai membri della band Right Said Fred, conosciuta per la hit del 1991 I’m Too Sexy.)
Sempre secondo Gonsalves, teorie del genere sono particolarmente dannose non solo perché “alimentano stigma e ignoranza,” ma soprattutto perché “ostacolano le attività di contrasto della sanità pubblica e mettono in pericolo vite”.
Anche le Nazioni Unite sono intervenute sul tema, sottolineando in un comunicato che “le lezioni apprese con l’Aids mostrano chiaramente che incolpare uno specifico gruppo di persone rende più difficile il contenimento di un’epidemia”.
Il complottismo copia-incolla
La pandemia di Covid-19, scrivono Ayad e O’Connor, ha creato una sorta di manuale pronto all’uso anche in altre situazioni.
Si può effettivamente parlare di complottismo copia e incolla: le stesse teorie, lo stesso linguaggio e gli stessi riferimenti si possono applicare alle pandemie, alle epidemie, agli attentati, ai conflitti, e così via.
Del resto – secondo il professore Ted Goertzel – le teorie del complotto hanno la capacità di formare una “rete di credenze” che si autosostentano, visto che “tutte si confermano reciprocamente”.
Quelle sul Covid-19, in particolare, hanno sempre avuto la funzione di screditare la sanità pubblica e le sue istituzioni, creare paura e confusione, rinforzare bias ideologici, colpire avversari politici e minoranze, e in definitiva deviare l’attenzione dal fatto che il nostro modo di stare al mondo genera sempre più occasioni di spillover e focolai.
Il vaiolo delle scimmie non è un virus nuovo, per l’appunto; è il contesto in cui si sta sviluppando questa epidemia a esserlo.
Negli ultimi tre decenni, si legge in un articolo della rivista Science, i casi sono aumentati costantemente in alcuni paesi africani – e l’hanno fatto per vari motivi.
Anzitutto, c’entra paradossalmente l’eradicazione del vaiolo e la fine della vaccinazione di massa (che protegge anche contro il vaiolo delle scimmie): di conseguenza, spiega il virologo della Repubblica Democratica del Congo Placide Mbala, “tantissime persone ora non hanno alcuna protezione”.
Anche i cambiamenti demografici e sociali hanno un ruolo importante. “Sempre più persone [in certi paesi] vanno nelle foreste per trovare cibo o costruire le proprie case”, dice l’epidemiologo camerunense Yap Boum, “e questo aumenta sempre di più i contatti tra la fauna selvatica e la popolazione umana”.
La globalizzazione e le disparità sanitarie– come abbiamo visto nel caso del Covid-19 – sono altri fattori cruciali. Boum rimarca che “siamo interdipendenti, e quello che succede in Africa avrà sicuramente un impatto nei paesi occidentali, e viceversa”. Per questo, conclude, far finta di nulla è controproducente: “è come guardare la casa del vicino che brucia, chiudere le finestre e convincersi che va tutto bene”.
Le teorie del complotto sul vaiolo delle scimmie servono a dare la colpa al vicino, impedire ai soccorsi di arrivare sul posto e prendersela con loro quando l’incendio raggiunge la tua abitazione.
Articoli e cose notevoli che ho visto questa settimana:
Sono iniziate le audizioni della commissione parlamentare sull’assalto al Congresso Usa, e l’account ufficiale ha pubblicato un video con immagine inedite del 6 gennaio (January 6th Committee, Twitter)
Donald Trump, senza girarci troppo intorno, è accusato di aver tentato un colpo di stato per rovesciare il risultato elettorale a lui sgradito (Peter Baker, New York Times)
Il repubblicano e trumpiano Ryan Kelley, candidato a governatore del Michigan, è stato arrestato per aver preso parte all’assedio al Congresso (Kelly Hooper, Politico)
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