Quando la profezia non si avvera
Secondo QAnon, Trump avrebbe dovuto rivincere e sconfiggere una volta per tutte i pedofili satanisti. Ecco cosa sta succedendo dopo il fallimento della previsione.
Benvenute e benvenuti alla puntata #9 di COMPLOTTI!, la newsletter sulle teorie delle complotto che ti porta dentro la tana del Bianconiglio.
Il 22 ottobre del 1844 Gesù Cristo doveva tornare di nuovo tra i vivi, ma non è successo. Il primo gennaio del 2000 tutti i computer e i sistemi informatici sarebbero dovuti saltare in aria per il “bug del millennio” – e non l’hanno fatto. Il 21 dicembre del 2012, in base a quanto dicevano i Maya, il mondo sarebbe dovuto finire: a quanto pare, siamo ancora qui.
Questi sono solo alcuni esempi di profezie che non si sono mai avverate. Ma cosa succede dopo? Come fanno i seguaci di un culto a superare il tradimento delle loro aspettative? E per legarci all’attualità, come fa un movimento come QAnon ad andare avanti senza Trump? Ce la può fare? Proviamo a dare qualche risposta.
(La puntata di oggi è pubblicata anche sul blog collettivo Valigia Blu.)
Dal “Grande Risveglio” alla “Grande Delusione”
Sin dal suo primo post, apparso nell’ottobre del 2017 su 4chan, Q ha sempre garantito che “la tempesta” era imminente: Trump e i “patrioti” avrebbero spedito i membri della cricca di pedofili satanista a Guantanamo e liberato gli Stati Uniti (e il mondo intero) dal Male.
Nel gergo di QAnon, il momento degli arresti di massa e dell’avvento di una nuova età dell’oro prende il nome di “Grande Risveglio”. In origine, questo momento doveva coincidere con la cattura di Hillary Clinton e dei suoi complici democratici (non avvenuta); poi con il ritorno sulla scena pubblica di John Fitzgerald Kennedy Jr., morto in un incidente aereo nel 1999 (e, sorpresa!, mai tornato); e più recentemente, con l’inaugurazione di Joe Biden il 20 gennaio 2021.
Secondo i seguaci di Q, quel giorno Trump avrebbe fermato la cerimonia e arrestato tutti con l’aiuto dei soldati della Guardia Nazionale. Nella realtà, l’ex presidente ha lasciato la Casa Bianca con il marchio dell’infamia e si è rintanato nella sua villa a Mar-a-Lago; i militari, invece erano lì per difendere il Campidoglio dopo l’assalto del 6 gennaio in cui – tra le varie cose – QAnon ha svolto un ruolo di primo piano.
Nessun arresto dei traditori, dunque. Nessuna “Tempesta”. Niente di niente.
Come hanno riportato diversi giornalisti, sui canali Telegram del movimento il “Grande Risveglio” si è tramutato in fretta nella “Grande Delusione”. Molti seguaci hanno espresso il loro scontento con commenti di questo tenore: “Trump ci ha fregato”; “tutti i miei familiari e colleghi pensano che sia pazzo”; “mi sento stupido”; “mi viene da vomitare”, e così via.
Tra questi credenti in crisi c’è anche un nome di peso della comunità QAnonista, Ron Watkins. Insieme al padre Jim è stato il proprietario dell’imageboard 8chan e ora lo è di 8kun – la casa “ufficiale” dei drop (cioè i messaggi) di Q. Secondo Frederick Brennan, fondatore di 8chan e nemico giurato dei Watkins, i due avrebbero preso possesso dell’account di Q già dal dicembre 2017 e da allora lo gestirebbero loro.
Ecco: il 20 gennaio, Watkins scrive su Twitter che
Abbiamo dato tutto. Ora dobbiamo farci forza e tornare alle nostre vite al meglio delle nostre possibilità. Abbiamo un nuovo presidente che ha giurato, e come cittadini dobbiamo rispettare la Costituzione a prescindere dalle nostre opinioni su chi viene eletto. Ora che si sta insediando una nuova amministrazione, ricordiamoci di tutti gli amici e dei bei momenti vissuti assieme.
Se anche la persona sospettata di essere Q getta la spugna, allora dev’essere davvero finita, giusto? Be’, non proprio. Dopotutto, come ha scritto lo psicologo sociale Leon Festinger, “è difficile cambiare un uomo convinto di qualcosa”. Ed è per questo che i culti sopravvivono – anche quando, ad un occhio esterno, non ha alcun senso che lo facciano.
Messaggio dal pianeta Clarion
Ma facciamo un salto indietro nel tempo di una sessantina d’anni. Nell’estate del 1954, Festinger incappa in uno strano titolo su un quotidiano locale: “La profezia del pianeta Clarion avvisa la città: salvatevi dal diluvio!” L’articolo parla dell’allarme apocalittico lanciato da Dorothy Martin, una casalinga a capo di una piccola setta millenaristica e ufologica chiamata “I Cercatori” e parzialmente influenzato dall’inventore di Scientology Ron L. Hubbard.
Martin sosteneva di essere a contatto con degli extraterrestri chiamati “I Guardiani”, e di ricevere i loro messaggi attraverso la cosiddetta “scrittura automatica”. L’ultimo, per l’appunto, preconizzava un’immensa alluvione che avrebbe sommerso la Terra il 21 dicembre dello stesso anno.
Festinger, insieme ai colleghi Henry Riecken e Stanley Schachter, decide così di infiltrarsi nel gruppo per studiarne le dinamiche e le possibili conseguenze della profezia. Sin da subito, si accorge che i membri hanno fatto una scelta di vita radicale: per seguire il loro nuovo credo hanno venduto le proprie case, ceduto i loro beni e lasciato le famiglie.
Curiosamente, però, nessuno di loro si sforza di convincere persone “esterne” alla setta che la fine è vicina. Al contrario, sono convinti che la salvezza sia riservata solo a loro – nel senso che sarebbero stati prelevati dai dischi volanti in un parcheggio.
La sera del 21 dicembre gli adepti sono radunati nella casa di Martin. Verso le 11 quest’ultima riceve un messaggio dai “Guardiani” e invita gli altri a prepararsi per uscire. A mezzanotte, però, non succede nulla. Il gruppo rientra in casa, visibilmente infastidito, e la donna dice che l’arrivo dei dischi volanti è stato posticipato. Nel frattempo, il telefono squilla furiosamente: sono i giornalisti che chiedono se il mondo è davvero finito.
Alle quattro di notte, riporta Festinger, un uomo si lamenta ad alta voce. “Ho tagliato ogni ponte col mondo”, dice, “non posso permettermi di dubitare. Ho bisogno di credere”. Un’ora dopo Martin comunica che la Terra è stata risparmiata proprio grazie alla setta, che pregando “ha irradiato così tanta bontà e luce” da convincere Dio a tornare sui suoi passi.
In un altro messaggio, poi, “I Guardiani” affidano loro un nuovo incarico: devono informare tutti quanti di quello che è appena successo. A quel punto, l’atmosfera nel gruppo cambia drasticamente e si fa frenetica. Martin va al telefono e comincia a chiamare i giornali, seguita a ruota dagli altri. “Mentre poche ora prima avevano evitato i cronisti e provato fastidio per l’attenzione della stampa”, annotano i ricercatori, “ora cercano avidamente la pubblicità”.
Ma come si spiega razionalmente questa clamorosa inversione di marcia? Per gli psicologi, che hanno pubblicato i risultati dello studio nel celebre libro del 1956 Quando la profezia non si avvera, è stata la sopravvenuta incertezza a indurli al proselitismo: “Se la profezia dell’apocalisse e dell’astronave erano sbagliate, probabilmente lo era tutto il sistema di credenze che stava alla base”.
Ammettere un errore così clamoroso sarebbe stato semplicemente troppo. E così, in base al meccanismo psicologico della “dissonanza cognitiva” (coniato dallo stesso Festinger), i membri hanno abbracciato con ancora più fervore la loro convinzione fallace.
Il che è esattamente quello che sta succedendo, su una scala decisamente più ampia, con i seguaci di QAnon.
La nuova “Grande Speranza”
Contrariamente alle aspettative, dopo la sconfitta di Trump molti di loro si sono messi a razionalizzare il fallimento della profezia principale.
Le argomentazioni sono varie: la “Tempesta” è avvenuta sul serio - solo che l’ha fatto nel mondo spirituale. La previsione di Q non si è avverata perché Dio ha voluto mettere alla prova, per l’ennesima volta, la loro fede. Oppure, non era la profezia ad essere sbagliata; sono i seguaci ad averla interpretata male. O ancora, c’è stata un’interferenza esterna malevola che ha alterato il naturale corso degli eventi.
Prendiamo l’assalto al Congresso: quasi in contemporanea si è fatta strada una versione alternativa, secondo la quale l’assedio non è stato condotto da seguaci di QAnon e sostenitori di Donald Trump, ma da antifascisti mascherati da estremisti di destra o attori pagati dal Deep State. Per una crudele ironia della sorte, nel calderone dei provocatori sono finiti lo “sciamano” Jacob Chansley e persino Ashli Babbit, la 35enne uccisa dalle forze dell’ordine dentro il Campidoglio.
Secondo una ricerca del Center on Hate and Extremism, inoltre, dopo l’inaugurazione di Biden i gruppi Telegram di QAnon hanno visto un notevole incremento di iscritti. Uno, in particolare, è passato da 16mila a 22mila in pochi giorni. “I nostri dati mostrano che non c’è stato alcun ‘esodo di massa’, ma al contrario una crescita sostenuta,” spiega il direttore Kevin Grisham a Rolling Stone.
Per la stragrande maggioranza, continua, i seguaci stanno “serrando i ranghi”. E dello stesso avviso è Jitarth Jadeja, un ex credente australiano: “Più che dubbi e ripensamenti, sto vedendo un sacco di gente che si radicalizza ancora di più”.
Per il ricercatore Marc-André Argentino, il de-platforming da Facebook, Instagram e altri social network ha concentrato il grosso dei seguaci proprio su Telegram. L’afflusso di nuovi iscritti è dovuto principalmente alla fusione tra gruppi di QAnon e quelli appartenenti al cosidetto Terrorgram – nome informale che indica la costellazione di canali neonazisti, che stanno attivamente provando a convertire i QAnonisti verso un’ideologia ancora più estrema.
Le nuove teorie della comunità di QAnon, in effetti, incorporano elementi di altre presunte cospirazioni: su tutte, quelle del cosiddetto movimento dei “freemen” (cittadini sovrani). E sono parecchio cupe.
Nell’ultima settimana sono circolate foto di persone impiccate davanti alla Casa Bianca, nell’ambito di quello che i seguaci chiamano “I dieci giorni di oscurità”. A loro dire, Trump e i “patrioti” sono ancora al potere e stanno uccidendo i pedofili del Deep State proprio sotto il naso di Joe Biden.
Naturalmente, non si sta facendo alcuna impiccagione a Washington D. C.: le immagini sono vere, ma si riferiscono a pubbliche esecuzioni compiute in Kuwait nel 2013. Come ha commentato il giornalista Ben Collins di NBC News, “QAnon è un movimento politico fondato anche sull’idea di uccidere in piazza i nemici politici. I suoi aderenti non vedono l’ora che arrivi quel giorno”.
L’altro mito che ha preso quota dopo l’inaugurazione, invece, sostiene che il 4 marzo del 2021 Trump tornerà al potere e sarà nominato come diciannovesimo presidente degli Stati Uniti. L’argomentazione – presa di peso dai “cittadini sovrani” – è la seguente: la Costituzione è entrata in vigore il 4 marzo del 1789, e fino al 1933 i presidenti entravano in carica proprio il 4 marzo.
Il problema è che nel 1871, sotto la presidenza di Ulysses Grant, è stata segretamente approvata una legge che ha privatizzato gli Usa, rendendoli non più uno stato sovrano ma un’azienda. Trump pertanto avrebbe fatto credere a Biden di essere il 46esimo presidente, salvo poi terminare questa messinscena con – indovinate un po’? – l’arresto della “cricca” e la restaurazione dei veri Stati Uniti.
Anche se non succederà nulla, sembra che quel giorno qualche seguace si recherà comunque nella capitale. Il Trump International Hotel di Washington D.C ha preso nota, alzando il prezzo delle camere meno costose da 596 a 1331 dollari in previsione dell’“evento”.
Insomma: nonostante la sconfitta di Trump e la scomparsa di Q, che non pubblica un drop da dicembre, “questa roba non scomparirà facilmente”. O almeno, di questo ne è convinto Travis View – giornalista e co-fondatore del podcast QAnon Anonymous.
“Il sistema di credenze e le teorie che alimentano il movimento non vengono direttamente da Trump, da Q o da un leader specifico”, ha detto View all’emittente pubblico NPR, “è piuttosto un qualcosa di auto-generato e collaborativo”. Questa caratteristica permette a QAnon di creare un “senso di comunità” piuttosto inscalfibile: in altre parole, non basta togliere un tassello per far crollare l’intero edificio.
Esattamente come i “Cercatori”, dunque, anche i seguaci di QAnon restano in attesa della redenzione terrena. Del resto, Q l’ha sempre ripetuto: “Fidatevi del piano”. Poi, certo, non ne ha mai beccata una – ma alla fine, di fronte alla promessa della salvezza eterna, è un dettaglio di poco conto.
Articoli e cose notevoli che ho visto questa settimana:
Una dettagliatissima timeline che ricostruisce come si è arrivati all’assalto al Congresso americano (DFRLab, Just Security)
Un bell’articolo che racconta i disperati tentativi di alcuni ragazzi e ragazze per tirare fuori i loro genitori dal gorgo di QAnon (Jesselyn Cook, The Huffington Post)
Anche nell’impero bizantino c’era una specie di QAnon ante-litteram (Roland Betancourt, TIME)
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La prossima settimana parlerò di un personaggio davvero incredibile, che ha molto a che fare sia con gli Ufo che con QAnon: Bill Cooper, ossia il “padrino del complottismo moderno”.