Il ritorno del pittore
Gli estremisti di destra stanno usando l’intelligenza artificiale per “resuscitare” Hitler e rendere virali i suoi discorsi.
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Tra le varie leggi di Internet, la “legge di Godwin” è una delle più note. Coniata nel 1990 dall’avvocato Mike Godwin, stabilisce che più una discussione online va avanti, più è probabile che qualcuno tiri in ballo Hitler. Ecco: nell’era dell’intelligenza artificiale più si scrolla il proprio feed, più aumenta la probabilità di imbattersi in un Hitler “resuscitato” dai tool di IA. Oggi parlerò proprio di questo fenomeno.
Prima di partire, ricordo che è uscito il mio ultimo saggio Le prime gocce della tempesta. Si può acquistare nelle librerie (quelle indipendenti sono sempre da preferire) e nei negozi online. Sul mio profilo Instagram trovate una rassegna stampa aggiornata e le date delle presentazioni, che aggiorno man mano.
Er ist wieder da
Nel 2012 lo scrittore tedesco Timur Vernes ha pubblicato Lui è tornato (Er ist wieder da in lingua originale), un romanzo satirico che immaginava il ritorno di Adolf Hitler – sì, lui in persona – nella Germania democratica e “denazificata” dell’era Merkel.
Senza fare troppi spoiler, il libro (da cui è stato anche tratto un film) fa intendere piuttosto chiaramente che i discorsi e le idee del dittatore nazista riuscirebbero a far presa anche nel Ventunesimo secolo. L’avvertimento di Vernes era chiarissimo: pensiamo di avere abbastanza anticorpi per evitare il ripetersi di certe derive, e invece non li abbiamo affatto.
Purtroppo la storia gli ha dato ragione – l’ascesa dei partiti di estrema è lì a testimoniarlo. Inoltre, ma questo lo scrittore non poteva certo immaginarlo, la trama del romanzo si è in qualche modo materializzata: lui è tornato anche nella nostra realtà, grazie all’intelligenza artificiale generativa.
Negli ultimi tempi, infatti, sui social network sono diventati virali diversi video di discorsi di Adolf Hitler doppiati in inglese con l’IA.
In uno di questi – che ha raccolto più di 120mila like e oltre un milione di visualizzazioni su TikTok prima di essere rimosso – campeggia una foto del dittatore di spalle, mentre si sente un pezzo del discorso che fece nel 1942 per celebrare il diciannovesimo anniversario del fallito putsch della birreria di Monaco.
Nel brano in questione, accompagnato da una cupa colonna sonora in stile industrial, il dittatore nazista spiega che non aveva intenzione di scatenare la Seconda Guerra Mondiale, che ha cercato di salvare donne e bambini e che ha invaso la Polonia e la Francia solo quando non poteva fare altrimenti.
La didascalia recita perentoria: just listen (“ascoltate”).
Nonostante si tratti di palesi falsità storiche, molti commenti sono di apprezzamento: “era un eroe”, “i vincitori scrivono la storia”, “mi manchi zio A” e “forse non era lui il cattivo”.
Lo stesso discorso è alla base di un altro video su TikTok – visto più di 270mila volte prima della rimozione – in cui non compare un’esplicita iconografia nazista ma anonime riprese di una scogliera, nel tentativo di aggirare i filtri automatici della piattaforma.
Negli hashtag in didascalia c’è però il numero 1161, una parola in codice neonazista per dire “Anti-Anti Fascist Action” (A è la prima lettera dell’alfabeto e F la sesta), ossia “azione anti anti-fascista”.
Sbobba revisionista
E non è finita qui.
In un’altra clip su TikTok, che ha raggiunto quasi due milioni di visualizzazioni prima di essere cancellata, appaiono la sagoma di Hitler e la scritta in inglese “quando si cresce si realizza chi era davvero il cattivo” (non il dittatore, ovviamente).
La voce – sempre in un inglese enfatico che cerca di riprodurre l’inflessione del dittatore austriaco – riproduce parti di un discorso apertamente antisemita che Hitler pronunciò nel 1933 alla fabbrica Siemens-Schuckert di Berlino.
Anche in questo caso, nei commenti ci sono elogi al dittatore – chiamato spesso “il grande pittore” (il riferimento è all’impiego giovanile di Hitler a Vienna) – o considerazioni di questo tenore: “adesso capisco perché non l’hanno mai tradotto prima d’ora”.
Non sorprendentemente, come ha riportato il Washington Post, gli autori di questi video sono estremisti di destra che si organizzano soprattutto su Telegram.
Il software utilizzato per tradurre la voce di Hitler è realizzato dalla startup ElevenLabs: per allenare l’intelligenza artificiale basta un audio originale di pochi secondi; il contenuto finale viene realizzato in una manciata di minuti.
Questo procedimento ipersemplificato, ha puntualizzato la giornalista Abbie Richards, è la riprova di “quanto ormai sia facile buttare fuori roba di questo genere: più pubblichi contenuti di questo genere, più aumenti le probabilità di arrivare a persone a cui non saresti mai arrivato”.
Siamo dunque di fronte a una versione estremista della “sbobba artificiale” (AI slop), in cui l’IA generativa è utilizzata per inondare Internet di contenuti di ogni tipo. Si va dalle illustrazioni di “Gesù gamberetto” su Facebook, che tutto sommato sono inoffensive; e si arriva all’Hitler artificiale – che innocuo non lo è affatto.
Come ha detto al Washington Post Isabelle Frances-Wright, ricercatrice dell’ong anti-estremismo Institute for Strategic Dialogue (ISD), quei video possono essere infatti un “vettore di radicalizzazione” anche se non sono accompagnati da testi esplicitamente neonazisti.
“C’è una grande differenza tra il leggere la traduzione dal tedesco dei discorsi di Hitler”, ha spiegato, “e sentirli declamare con grande trasporto con la sua voce doppiata in inglese”.
Di sicuro, è una formula che a livello prettamente numerico funziona.
Secondo un rapporto pubblicato lo scorso settembre dell’Institute for Strategic Dialogue, nel corso del 2024 i video con i discorsi tradotti di Hitler hanno raccolto più di 50 milioni di visualizzazioni tra YouTube, TikTok, Instagram e X.
Ma mentre le prime tre piattaforme sono intervenute – anche se TikTok non è stato così tempestivo, e comunque continua ad avere problemi con i contenuti neonazisti – l’ultima non ha fatto assolutamente nulla.
Revisionismo artificiale per le nuove generazioni
È proprio su X, annotano i ricercatori di ISD, che circola impunemente la maggior parte dei contenuti di questo genere.
Nel febbraio del 2024, ad esempio, un video che traduceva un discorso di Hitler del 1935 ha raccolto dieci milioni di visualizzazioni (secondo le metriche della piattaforma) e migliaia di commenti entusiasti.
Oggi quel post è ancora visibile – a riprova del fatto che il social di Elon Musk non contrasta più in alcun modo i discorsi d’odio.
Del resto, da quando l’imprenditore sudafricano ha acquistato Twitter nel 2022, la piattaforma ha sterzato in una sola direzione: decisamente a destra.
Oltre ad aver decimato le risorse interne dedicate alla moderazione dei contenuti, Musk ha personalmente deciso di ripristinare centinaia di account che erano stati sospesi per estremismo – tra cui quello di Donald Trump, di neonazisti come Andrew Anglin e di professionisti del complottismo come Alex Jones di InfoWars.
Con quella mossa, aveva detto Imran Ahmed del Center for Countering Digital Hate (CCDH), “Musk ha accesso il Bat-segnale per tutti i razzisti, i misogini e gli omofobi, che si sono comportati di conseguenza”.
Invece di arginare il problema, il proprietario di X l’ha reso strutturale. Lui stesso è infatti diventato il principale amplificatore di bufale razziste, disinformazione transfobica e teorie del complotto estremiste e antisemite – su tutte quella della “sostituzione etnica”.
A tal proposito, recentemente Musk è ha persino promosso in un post (poi cancellato) l’intervista dell’ex conduttore di Fox News Tucker Carlson al podcaster di estrema destra Darryl Cooper.
Quest’ultimo ha tranquillamente sostenuto che il vero “cattivo” della Seconda guerra mondiale era Winston Churchill, e ha pure minimizzato la portata della Shoah dicendo che lo sterminio degli ebrei non era meticolosamente pianificato dai nazisti – gli era un po’ sfuggita la mano, diciamo.
L’ovvio risultato della svolta di Musk - segnalato da innumerevoli rapporti di Ong e centri di ricerca - è che i contenuti xenofobi e antisemiti sono letteralmente esplosi, facendo di X il principale centro di smistamento della propaganda dell’estrema destra globale.
Una propaganda che ora, per l’appunto, utilizza l’intelligenza artificiale generativa per “resuscitare” il dittatore nazista e inoculare il suo veleno alle nuove generazioni.
Articoli e cose notevoli che ho visto in giro
Due persone sopravvissute all’attentato dell’Isis a Manchester nel 2017 hanno vinto la causa contro un complottista che sosteneva che la strage era una messinscena (Hannah Al-Othman, Guardian)
Tredici ex funzionari dell’amministrazione Trump, nonché l’ex capo dello staff John Kelly, dicono che il candidato repubblicano è un “fascista” e non può assolutamente tornare alla Casa Bianca (Megan Lebowitz, NBC News)
Elon Musk – sempre lui, già – avrebbe intrattenuto amabili conversazioni con Vladimir Putin negli ultimi due anni (Wall Street Journal)
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